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Puglia. Sicurezza, Cisl a Regione: “Servono risposte immediate su fenomeno baraccopoli”

8 Febbraio 2017 – “I ghetti sono l’esatto contrario di quanto stabilito dall’adesione della Regione Puglia al ‘Protocollo sperimentale contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura’ quando la stessa Regione Puglia, esattamente nei primi giorni del 2016, insisteva sullo smantellamento del ghetto di Rignano”. Dopo l’ennesimo incendio che ha colpito il campo allestito tra Rignano Garganico e San Severo, il, Segretario generale della Cisl Puglia Basilicata, Daniela Fumarola, esprime tutto il suo disappunto chiedendo di “fare presto, prestissimo” per evitare che incidenti come il rogo divampato nella notte tra lunedì e martedì nel ghetto di Rignano non accadano più. “Dobbiamo garantire la legalità e la sicurezza in questi punti di ricovero della disperazione umana” sottolinea ancora ricordando come già nel luglio del 2014 fossero state date rassicurazioni sulla ‘cancellazione’ del ghetto di Rignano “che, ricordiamolo, – sottolinea –  è costituito da baracche di legno e plastica, senza servizi essenziali come luce e acqua, lontanissimo da ogni ragionevole logica di sicurezza per le persone – nella maggior parte casi extracomunitari senza alternative – che lo abitano. E nonostante la Regione Puglia sia tra le prime ad avere avviato delle azioni di carattere giuridico e normativo per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori stagionali, i risultati tardano a dare effetti perché la percezione che si ha delle nove città invisibili in Puglia (Rignano, Tre Titoli, il cosiddetto ghetto dei bulgari, borgo Mezzanone, l’ex fabbrica a Foggia, il ghetto di Andrea, l’accampamento estivo di Turi e Nardò) impone alle istituzioni competenti – la Regione Puglia in primis – di attivare tutto quanto in loro potere per arginare ogni fenomeno di illegalità e mancata accoglienza”. Secondo il rapporto Immigrazione 2016 nel 2015 in Puglia il numero di stranieri residenti (in totale 122.724) è aumentato del 4,2% rispetto all’anno precedente (4.992 unità in più), in un Sud che raggiunge il 5,1% di media e in un’Italia ferma allo 0,2%. Sono così distribuiti su tutto il territorio regionale: Bari con 41.082 unità pari al 33,5%, Foggia con 26.815 unità pari al 21,8%, Lecce con 22.539 pari al 18,4%, Taranto con 12.109 unità pari al 9,9%, Barletta-Andria-Trani con 10.501 unità pari al 8,6%, Brindisi con 9.678 unità pari al 7.9%. Per questo la Cisl afferma che i ghetti sono l’esatto contrario di quanto stabilito dall’adesione della Regione Puglia al ‘Protocollo sperimentale contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura’ quando la stessa Regione Puglia, esattamente nei primi giorni del 2016, insisteva sullo smantellamento del ghetto di Rignano. “Ad oggi – conclude Fumarola – ci troviamo a verificare che, per fortuna, non ci sono state vittime ma non possiamo aspettare di indignarci un’altra volta per una emergenza che andava affrontata e risolta già da tempo. Al Presidente Emiliano chiediamo con forza di mantenere gli impegni presi nell’ultimo anno e mezzo di legislatura e di dare un carattere di straordinarietà alla lotta del fenomeno dei ghetti onde evitare che persone già tristemente ai margini di ogni basilare regola di vivibilità siano condannate anche all’invisibilità”.

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