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Toscana. Indagine Fnp Cisl regionale: mille euro al mese in media di spesa il costo dell’assistenza per una persona non autosufficiente

Pubblicato il 2 Mar, 2017

Firenze, 2 Marzo 2017 – Mille euro al mese. E’ quanto, in media, spende una famiglia toscana chiamata a fare i conti con una persona non autosufficiente al proprio interno. Un dato medio che nasconde differenze significative, in base al reddito, al tipo di intervento necessario, ma anche –ed è il dato meno giustificabile- al territorio; per un centro diurno, ad esempio, a parità di condizioni, un anziano spende 7,8 euro l’ora se risiede in una zona, 17,42 se abita in un’altra: oltre il doppio. Il tutto condito da una ‘burocrazia’ ancora pesante da gestire per le famiglie che si ritrovano a fare i conti con questo problema.

Sono alcuni dei dati che emergono da un’indagine realizzata nella nostra regione dalla Federazione pensionati della Cisl Toscana, in collaborazione con la Fondazione Zancan, anche attraverso interviste ad un campione di 300 pensionati, presentata stamani a Firenze.
“L’assistenza agli anziani non autosufficienti non può essere considerata un’emergenza – ha detto Mauro Scotti, Segretario generale Fnp della Toscana – le previsioni demografiche ci dicono ormai da tempo che l’invecchiamento della popolazione è strutturale. Per questo è importante fare in modo che il sistema sappia offrire risposte adeguate. La nostra indagine conferma che le famiglie giocano un ruolo fondamentale e che nel tempo si sono ‘arrangiate’ cercando sostegno nel pubblico (quando possibile) e/o nel privato. In questo contesto, il mantenimento del fondo regionale resta una condizione indispensabile, ma non è più sufficiente. Da un lato occorre potenziare le risorse pubbliche, utilizzando in modo aggiuntivo le risorse del fondo nazionale, la cui dotazione annuale è stata stabilizzata con la legge di stabilità 2016. Dall’altro è indispensabile avviare un confronto fra organizzazioni sindacali, datoriali e Regione per l’istituzione di un “fondo territoriale regionale”, aperto all’adesione volontaria di tutti i cittadini e che si rapporti anche con i fondi che sempre più si diffondono nei rinnovi dei contratti di lavoro.”
“L’altro elemento su cui lavorare – ha aggiunto Scotti – sono le differenze territoriali. Le indagini e i monitoraggi che sino ad oggi abbiamo realizzato in collaborazione con la Fondazione Zancan mostrano che un anziano non autosufficiente ha condizioni di trattamento diverse a seconda della zona-distretto in cui risiede, soprattutto per quanto attiene alla domiciliarità. Nel rispetto delle autonomie locali, della storia e delle scelte organizzative che caratterizzano le zone, è importante lavorare per ridurre la differenze e fare in modo che in Toscana si abbiano ovunque sostegno e risposte di qualità.”

La ricerca
Secondo l’Agenzia Regionale di Sanità, gli over 65 non autosufficienti sono poco meno di 79 mila, il 13,4% in più del 2011, a conferma di una crescita costante. Seppure nella nostra regione si sia strutturato e consolidato un sistema di servizi sul territorio e sia stato istituito e mantenuto dalla Regione – anche negli anni in cui i trasferimenti nazionali sono stati azzerati – un Fondo ad hoc, essere non autosufficiente oggi significa sostenere per l’assistenza una spesa media di mille euro al mese. Non sempre gli anziani sono in grado di provvedere in maniera autonoma, anche se hanno un reddito proprio, e molto spesso – spiega la ricerca – sono i familiari a intervenire, impegnandosi direttamente nelle attività di cura e/o contribuendo alle spese per sostenute per l’assistenza. In pochi casi, tuttavia, la famiglia ce la fa da sola; in larga parte (70%) la presenza dei familiari è integrata dal ricorso a forme di assistenza pubblica e/o privata.
L’assistenza dei ‘care giver’ familiari è h24 nel 46,2% dei casi; quotidiana nel 23,1%, con un tempo medio dedicato all’assistenza di 3,5 ore al giorno; periodica nel 30,7%, per un numero medio di ore settimanali di circa 11.
I familiari sono impegnati anche nel sostegno economico agli anziani non autosufficienti. Benché infatti gli anziani coinvolti nell’indagine possano contare su un reddito medio mensile che al netto dell’assegno di accompagnamento supera i 1.000 euro, il 44% non riesce a coprire le proprie spese e i familiari intervengono con aiuti economici.
Nel 57,3% dei casi, la famiglia ricorre ai servizi erogati dal sistema sociosanitario territoriale, spendendo in media per la compartecipazione al costo dei servizi poco più di 600 euro mensili. La spesa media dipende dalla situazione economica dell’assistito, dal territorio di residenza e dal tipo di servizio attivato. In media il costo della compartecipazione oscilla fra i poco più di 300 euro per l’assistenza domiciliare diretta ai circa 1.100 per l’inserimento definitivo in RSA.
Nella nostra regione, a differenza di quanto accade altrove, il ricorso al privato si traduce quasi esclusivamente nell’utilizzo delle badanti, a cui ricorre circa il 50% degli anziani intervistati per una spesa media mensile di 1.100 euro. Il ricorso alle altre forme di assistenza privata, per contro, risulta marginale: solo il 6,7% del campione ricorre ad un operatore sociosanitario privato, per una spesa media mensile di circa 225 euro; poco più 4,1% ricorre ad infermieri privati a pagamento, per una spesa di circa 140 euro mensili.
Nel complesso, dunque, la spesa media mensile per le famiglie si attesta intorno ai 1.000 euro, anche se il dato medio nasconde differenze significative: il 22,9% spende meno di 500 euro, il 17,5% fra i 500 e i 1.000 euro, il 51,2% fra i 1.000 e i 1.500 euro, l’8,4% oltre 1.500 euro.
Una parte dell’indagine si è concentrata poi sugli strumenti regolativi della compartecipazione al costo, riscontrando difficoltà nell’accessibilità alle informazioni in merito alle condizioni e alle modalità di fruizione dei servizi da parte dei cittadini. Seppure si tratti di informazioni complesse –secondo la Fnp – è importante maggiore trasparenza e pubblicità in merito; lo dimostra il fatto che una quota consistente di famiglie che richiede i servizi, rinuncia poi a fruirne una volta conosciute le condizioni di compartecipazione.
Dall’indagine emergono anche profonde differenze territoriali. Seppure esista un atto di indirizzo regionale, l’autonomia locale nella determinazione delle soglie e nelle modalità di calcolo della quote a carico degli utenti produce sul territorio regionale differenze consistenti. Relativamente a questo aspetto l’indagine ha messo a confronto atti e regolamenti delle zone-distretto che hanno partecipato alla rilevazione fornendo dati e informazioni. Un anziano non autosufficiente con Isee pari a 14.500 euro e con un livello di Isogravità 4, per usufruire del servizio di assistenza domiciliare diretta spende per la compartecipazione 4,33 euro l’ora se abita in Alta Val di Cecina, 5,18 euro se abita nel Valdarno Inferiore e 8,00 euro in Valdichiana Senese. Se lo stesso anziano decide di usufruire di un centro diurno, spende 7,80 euro l’ora se risiede nella zona Aretina, 10,70 in Valdera e 17,42 nella zona della Valdinievole.
La ricerca è stata presentata stamani a Firenze nel corso di un convegno, a cui hanno preso parte il segretario nazionale Fnp-Cisl Ermenegildo Bonfanti, l’assessore regionale Stefania Saccardi, la segretaria Cisl regionale Rossella Bugiani, il vicesindaco di Bagno a Ripoli Ilaria Belli, il direttore della Società della Salute Grossetana Fabrizio Boldrini, il segretario generale Fnp-Cisl Toscana Mauro Scotti e il direttore della Fondazione Zancan Tiziano Vecchiato.

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