1. CISL
  2. /
  3. Notizie
  4. /
  5. Dai Territori
  6. /
  7. Dai Territori > Sardegna
  8. /
  9. Sardegna. Cisl Oristano: ”...

Sardegna. Cisl Oristano: ” Lo spopolamento del territorio è effetto della disoccupazione”

Pubblicato il 6 Mar, 2017

6 marzo 2017. La provincia di Oristano è la più anziana d’Italia. E’ quanto si legge in una nota della Segretaria generale Federica Tilocca. “I giovani seguono il “vento del lavoro”. Dove ci sono possibilità , o almeno speranze occupative, la carta d’identità punta verso il basso; nei paesi in cui disoccupazione e paralisi economica la fanno da padrone invece spopolamento e invecchiamento a tutto spiano. Due esempi nel nostro territorio: A Palmas Arborea equilibrio quasi perfetto tra giovani e anziani con l’indice di vecchiaia al 122 per cento. A Soddì, il paese con il più alto indice di vecchia di tutto l’Oristanese, invece il rapporto è 10 anziani per ogni ragazzo tra zero e 15 anni. L’unica “cura” demografica efficace è il lavoro. La Regione questo lo sa, ma ancora non dà segnali significativi in questa direzione. Gli interventi strutturali non dipendono dalla buona volontà dei sindaci, ma dalla capacità della Giunta di varare progetti e programmi in grado di mettere ali all’economia. Finora il sindacato non li ha visti. Lo spopolamento del territorio è effetto della disoccupazione. Il comune con il minor numero di senza lavoro è Arborea ( 11% dei disoccupati); quello con la percentuale più alta di inattivi è Nughedu Santa Vittoria ( 35,3%). A Terralba la percentuale dei disoccupati raggiunge il 24% a Bosa il 19%. La Cisl non può assecondare politiche che negli ultimi anni hanno prodotto solamente la fuga dei giovani e lo spopolamento. Tra il 2008 e il 2015 l’Oristanese ha perso 6 mila abitanti( da 167.000 si è passati a 161 mila). Questo territorio non ha neppure l’alibi di essere una zona interna, dove non si riescono a trovare alternative valide all’allevamento e alla pastorizia. Turismo e agricoltura dovrebbero essere settore trainanti di sviluppo, invece sono ancora fermi a un “nanismo” di mercato fai da te e a visioni bucoliche di un mondo agricolo che avrebbe invece bisogno di robuste iniezioni agroindustriali con coinvolgimento massiccio di giovani diplomati e laureati . La provincia di Oristano rappresenta l’anello debole del turismo sardo sia per numero di posti letto sia per carenze infrastrutturali. Causa principale di questa situazione la scarsa sinergia pubblico-privato. Un banco di prova della auspicata collaborazione tra le due realtà saranno la valorizzazione e lo “sfruttamento” a fini territoriali dei tesori di “Monti Prama”. Il turismo da solo non può risolvere i problemi lavorativi del territorio. La storica vocazione agroindustriale deve fare il salto di qualità atteso da decenni: aggregazione dei prodotti, trasformazione, confezionamento, stoccaggio, distribuzione. Tutto finalizzato al turismo e all’esportazione sui grandi mercati nazionali e internazionali. A tal fine la rete dei trasporti e delle infrastrutture diventa fondamentale: ristrutturazione del porto di Oristano, raccordo tra porto e SS131, completamento del raccordo ferroviario- porto di Oristano. Rilancio dell’aeroporto di Fenosu per traffico merci e voli turistici.

Condividi