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Puglia. La percezione dei sindacati nel mondo giovanile: uno studio sulla situazione nella regione

8 marzo 2017. Si fa presto a dire ‘giovani’ ma non sempre ne comprendiamo i sogni, le aspettative e la percezione che hanno del loro futuro e delle dinamiche che regolano la vita degli ‘adulti’. Da questi presupposti è nata la necessità di promuovere la ricerca ‘La percezione dei sindacati nel mondo giovanile. Uno studio di caso pugliese’, realizzata dal Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione dell’Università degli Studi di Bari ‘Aldo Moro’, coordinata dal Professor Alberto Fornasari, promossa dalla Cisl di Puglia Basilicata e dalla Federazione interregionale dei Pensionati (Fnp Cisl). Alla presentazione, moderata dal giornalista del Nuovo Quotidiano di Puglia, Francesco Gioffredi, hanno partecipato il Segretario generale della Cisl di Puglia Basilicata, Daniela Fumarola, il Segretario generale della Fnp interregionale, Antonio Taddeo Loreno Coli, della Fnp Cisl nazionale, Monsignor Maurizio Gervasoni, Segretario della Commissione Cei per i problemi sociali, il lavoro, la giustizia e la pace, lo studente universitario Matteo Conte e il Segretario confederale della Cisl Nazionale, Gianluigi Petteni. Il campione rappresentativo scelto è composto da 1000 studenti di terzo, quarto e quinto superiore (di istituti secondari superiori del territorio pugliese), dunque una corte che va dai 16 ai 20 anni, per mezzo di un questionario composto da 33 domande di cui 31 a risposta chiusa mentre 2 a risposta aperta. La ricerca evidenzia che nel 93,5 % dei casi i liceali hanno sentito parlare di sindacato che queste informazioni vengono trasmesse in modo preponderante dalla televisione (27 %), dalla famiglia (23 %) e dalla scuola (20 %). Mentre i social network, la radio e internet risultano canali di comunicazione deboli rispetto all’acquisizione di questo tipo di informazioni. “Sono dei risultati sorprendenti – osserva Daniela Fumarola – perché non solo le giovani generazioni conoscono la mission del sindacato ma assegnano al sindacato quell’importante ruolo di mediazione e di difesa dei diritti dei lavoratori. Sono voci che vanno in controtendenza rispetto ai luoghi comuni che fotografano i giovani lontani dalle dinamiche dei corpi intermedi”. Secondo Antonio Taddeo “il nostro sindacato vuole porsi come un trait d’union tra le persone e, in particolare, tra giovani e anziani, per far fronte a tutte quelle che sono le problematiche del nostro tempo con coraggio e determinazione”. Mentre il Segretario confederale Petteni ha sottolineato che i risultati della ricerca mettono in evidenza che “in questa fase di transizione, quasi di metamorfosi il vecchio modello sociale è andato in crisi ma ancora stenta a decollare quello nuovo”. Entrando nello specifico si riportano alcune delle domande più rappresentative e le relative risposte illustrate dal Professor Fornasari questa mattina. Il sindacato è un organo che esprime la volontà di alcuni partiti politici? Il campione ha risposto nel 62,5% dei casi negativamente attestando l’idea di una totale neutralità dei sindacati rispetto ai partiti politici; il 40,2% ha risposto positivamente indicando uno stretto legame tra sindacati e politica. Il sindacato è un’organizzazione di lavoratori che difende i diritti di tutti i lavoratori? Gli studenti hanno risposto positivamente nel 71,3% dei casi: un chiaro segnale di come un po’ più di 2/3 degli studenti vedano nei sindacati quell’organizzazione che a 360 gradi si muove, lotta e difende i diritti dei lavoratori. Il sindacato fa fallire le aziende? Rispetto a questo item “forte e provocatorio” hanno risposto positivamente solo il 13% del campione; il restante 87% mostra una totale fiducia nei sindacati come organizzazioni che tutelano sia le aziende che i lavoratori. Questo dato delinea quindi una percezione molto positiva del sindacato. Avrei voluto avere informazioni dalla scuola superiore sulle funzioni svolte dal sindacato? Il 73,6 % del campione ha risposto positivamente a questo item; segno di come la scuola dovrebbe dare maggiori informazioni sulle realtà sindacali, la loro storia, le loro funzioni. Questo dato andrebbe analizzato con molta attenzione. Mostra come da parte degli studenti ci sia una forte volontà di avere momenti di incontro e di approfondimento per comprendere al meglio le organizzazioni sindacali. Vorrei che il sindacato facesse sentire maggiormente la sua presenza anche con qualche iniziativa Il 76,6 % ha risposto positivamente a questo item, un chiaro segnale di come il mondo studentesco giovanile abbia bisogno di essere coinvolto da parte dei sindacati stessi con iniziative varie. Il sindacato una volta serviva ma adesso è un organo superato Il 77,2 % del campione ha risposto negativamente a questo item; il campione risulta essere per più di 2/3 a favore del sindacato e della sua ancora attuale valenza. Il sindacato ha avuto ed ha un ruolo importante nella costruzione e nella difesa della democrazia nel nostro paese Il 66,2 % del campione ha risposto positivamente a questo item. Altre informazioni evidenziate dallo studio dell’Università di Bari fanno emergere che il 75,6% del campione intervistato non si impegnerebbe in attività di tipo sindacale. Questo dato sembra attestare una condizione di passività rispetto al tema dell’esercizio della cittadinanza, la scarsa volontà di partecipazione alla vita democratica e politica del paese. Ma anche che la maggior parte degli studenti si immagina laureato (26 %), con tanti progetti per il futuro (22 %), realizzato (16%) e felice (12,5 %). Valori positivi per il 74,5%. Dunque, come è stato rilavato in precedenza sembrerebbe emergere una generazione che vuol essere ascoltata, capita e compresa senza però dare un decisivo apporto personale alla società. Vogliono sapere ma non partecipare. Secondo il Professor Fornasari “la delusione e la sfiducia non sempre virano dall’ambiente esterno verso quello interno dell’identità giovanile, ma vi sono coloro i quali riescono caparbiamente a coltivare la loro vision individuale nei confronti del proprio futuro. In questi casi, che a prima vista appaiono sporadici, mentre il numero è cospicuo, l’abbandono al disimpegno, lascia il posto all’investimento su se stessi. Ed è in questi casi che emerge la ‘cultura’ giovanile della progettualità che ispira l’elaborazione e il perseguimento di ‘strategie’ di vita del presente come occasione proiettata verso il futuro, verso il raggiungimento di obiettivi a più lunga scadenza. Il progetto di ricerca concluso vuole tracciare, partendo da un’analisi empirica, i possibili scenari e le possibili scelte che rendano l’uomo del nostro tempo sempre più ‘civicus’”. Bari, 8 marzo 2017

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