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Toscana. Banche: preoccupazione della First Cisl su situazione di ChiantiBanca dopo le dimissioni del Direttore Generale

Firenze, 10 marzo 2017. “È sempre la solita storia: qualcuno gioca a fare il banchiere coi soldi degli altri e poi sono “gli altri” a farne le spese: quasi 470 lavoratori, gli oltre 25.000 soci, i 103.000 clienti di ChiantiBanca”. E’ quanto ha dichiarato in una nota Maria Francesca Manetti, responsabile First-Cisl Toscana per le Banche di Credito Cooperativo. “La Cassa Rurale di San Casciano, ma anche quelle di Monteriggioni, Campi, Pistoia e Carmignano, -prosegue- che a ChiantiBanca hanno dato vita, hanno radici antiche: nei decenni hanno creato valore e lavoro nel territorio, sono cresciute e lo hanno fatto crescere. Oggi la Banca si sviluppa su Siena, Firenze, Prato, Pistoia: “La Banca delle comunità nel cuore della Toscana”, come si legge sul suo portale. E lo ha fatto grazie al suo far parte del Movimento delle Banche di Credito Cooperativo. Fino a quando, dopo quasi 120 anni di storia, ChiantiBanca ha iniziato a “sperimentare” nuove vie… la way-out… poi, no, Gruppo Trentino… “siamo i più bravi” e “possiamo camminare da soli”; “we have a dream”…. Un sogno, alla luce dei fatti, miseramente infranto sul fatto che ChiantiBanca ha rinnegato la sua identità, ha cominciato a fare “altro da sé” e il risultato è sotto gli occhi di tutti. Accade, di solito, che chi ha operato scelte azzardate se ne va; lavoratori, clienti e soci – coloro che la Banca l’hanno costruita, ciascuno nel proprio ruolo – invece restano. La FIRST CISL, da più di due anni rappresenta la propria preoccupazione rispetto a questo “nuovo corso”; e lo ha fatto semplicemente sulla base dei numeri. Alla luce anche dalla comunicazione delle dimissioni del Direttore Generale, come lavoratrici e lavoratori diciamo: ora basta con gli esperimenti! Gli amministratori sono i custodi del patrimonio che i soci hanno costruito con sudore. Adesso ci aspettiamo da loro una scelta di responsabilità e umiltà; un atto doveroso: basta con le avventure! Riportate, riportiamo la “nostra” banca a casa: la Federazione Toscana BCC e il Gruppo ICCREA. Siamo convinti che solo questo possa essere il “porto sicuro” da dove poter ripartire; i fatti ce lo hanno dimostrato. Ci rivolgiamo agli amministratori , ai soci, ai clienti, alle istituzioni: non lasciamo che il valore costruito da questa piccola-grande Banca, radicalmente intrecciata con quella dei nostri territori, venga distrutto da altri esperimenti. Siamo ancora in tempo. Ma non ne rimane molto”.

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