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Lazio. Cisl regionale: “La crisi delle nascite e il rischio di deprivazione materiale”. Presentato uno studio su cause, effetti e possibili soluzioni

Pubblicato il 12 Apr, 2017

Roma, 12 aprile 2017. La crisi delle nascite nella Regione Lazio sta assumendo contorni drammatici. Tra il 2008 e il 2016, si è registrato un calo delle nascite del 15 per cento, passando da 56775 a 48231. Conseguenza diretta anche la diminuizione del numero di figli per donna che passa da 1,48 nel 2008 a 1,31 nel 2016. Uno dei fattori di crisi è dovuto al notevole calo del tasso di occupazione giovanile che vede costretti, sempre più giovani, a rimanere a casa con i genitori. In questo contesto tutto viene spostato in avanti a cominciare dal matrimonio. A questo aggiungiamo anche che il 7,3 per cento della popolazione si trova in grave deprivazione materiale e una persona su quattro è esposta a rischio povertà o esclusione sociale. Gli ultimi dati disponibili ci forniscono per la Regione Lazio un quadro preoccupante. Secondo lo studio presentato oggi il 24,7 per cento sono a rischio di esclusione sociale; il 18,5 per cento a rischio di povertà; il 7,3 per cento a rischio di una grave deprivazione materiale e il 9,1 per cento rischiano una bassa intensità lavorativa. Le soluzioni, per la CISL, passano attraverso il welfare aziendale, la contrattazione di secondo livello in sinergia con le politiche sociali della Regione Lazio e la contrattazione sociale territoriale che si andrebbe ad integrare con il sistema di servizi sociali regionali erogato attraverso gli enti locali, afferma Andrea Cuccello, Segretario Generale della CISL del Lazio. “Un Paese nel quale le famiglie rinunciano ai figli, perché non se li possono permettere è un Paese senza futuro, spiega l’Assessore alle politiche sociali della Regione Lazio, Rita Visini, che nel suo intervento ha condiviso le proposte della CISL del Lazio. Per questo la Giunta Zingaretti sta investendo oltre 110 milioni di euro per fare del Lazio una regione ‘formato famiglia’, dove c’è una risposta ai bisogni di tutti, dai piccolissimi agli anziani non autosufficienti, da chi lavora a chi studia fino a chi cerca un’occupazione. Stiamo lavorando nello spirito della nostra riforma regionale del welfare: politiche sociali concrete, partecipate, in rete con gli enti locali e il privato sociale, “Gran parte delle risorse, continua l’Assessore, le stiamo impiegando per ampliare l’offerta degli asili nido, che nel Lazio è molto carente: in questi anni abbiamo finanziato l’apertura di oltre 50 nuovi nidi e dal 1 settembre ne avremo altri 25 con circa 1300 posti, grazie al bando ‘Nidi al via 2’ aperto proprio questa settimana. E poi entro la fine dell’anno investiremo 35 milioni per erogare per tre anni a circa 6000 famiglie con figli da 0 a 3 anni un voucher tra i 150 e i 200 euro da impiegare per il pagamento della retta dell’asilo nido. Il buono sarà spendibile sia negli asili nido pubblici che in quelli privati, anche se non convenzionati con il proprio Comune”.

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