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Sardegna. Festa dei lavoratori buona occasione per rivendicare lavoro per tutti

1° Maggio 2017.  Per la Cisl sarda il 1° Maggio non vuole essere una banale ricorrenza teorica, ma un’occasione per rivendicare il lavoro per tutti oltre che per ricordare chi, per il lavoro, ha dedicato la propria esistenza e per il lavoro ha anche donato la vita. L’occasione del primo maggio di quest’anno per la Cisl regionale è utile a richiamare le istituzioni sarde e l’intera società isolana a non dimenticare i troppi, giovani e meno giovani, padri, madri e figli che, anche nella realtà sarda, il lavoro lo vorrebbero avere e quelli che per effetto di una crisi senza precedenti l’hanno perso. La Cisl sarda è con i 450 mila disoccupati e inoccupati che caratterizzano il mercato del lavoro isolano, è preoccupata per gli 81 mila sardi NEET che non lavorano e non studiano, per il declino particolarmente accentuato nel settore industriale, per il 56% della disoccupazione giovanile. Per migliorare la situazione – la Cisl l’ha detto anche durante il congresso regionale recentemente concluso – è essenziale in Sardegna una grande stagione di innovazione istituzionale, produttiva, culturale nella quale non basterà riformare, ma si dovrà trasformare. La Sardegna guarda con ansia al futuro di troppi lavoratori e di troppe lavoratrici delle aziende in crisi che attendono, a partire dalle vertenze più delicate, segni di speranza. Sono troppe le vertenze inevase che aspettano la giusta soluzione. Da questo 1° maggio 2017 raccogliamo il messaggio originale della ricorrenza, cioè che la realizzazione dell’uomo e il suo benessere si concretizzano combattendo la disoccupazione forzata e la precarizzazione nei luoghi di lavoro e conquistando giuste tutele ed equi salari. La Cisl vuole portare il proprio contributo di idee e di proposte alla nuova stagione innovativa che la regione dovrà programmare pe rilanciare il nuovo sviluppo in Sardegna. Come è stato detto al congresso, se non vedremo concrete iniziative per risolvere i problemi dell’isola non ci rimarrà che rilanciare una nuova stagione di mobilitazione e di lotta. Ignazio Ganga

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