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Emilia Romagna. Sindacati metalmeccanici territoriali: ok dei lavoratori della Bosch Rexroth Oil Control sull’accordo integrativo aziendale

Modena, 10 maggio 2017. È stato approvato con quasi l’80 per cento dei voti favorevoli il rinnovo del contratto aziendale della Bosch Rexroth Oil Control. Nelle sette assemblee svolte nei tre stabilimenti di Nonantola (Modena), Pavullo nel Frignano (Modena) e Vezzano sul Crostolo (Reggio Emilia) hanno votato 1.070 lavoratori (pari al 74,7 per cento dei 1.433 addetti complessivi); 852 lavoratori hanno detto sì all’accordo siglato nelle scorse settimane da Fiom Cgil di Modena e Reggio Emilia, Uilm Uil di Modena e Fim Cisl Emilia Centrale, insieme alle rsu. L’accordo prevede innovazioni in termini di orario di lavoro, stabilizzazione dei precari e limitazioni al Jobs Act su licenziamenti, demansionamenti e controllo a distanza. «La partecipazione così alta al voto dimostra l’attenzione dei lavoratori sui contenuti dell’accordo e – commentano i sindacati – conferma che il vincolo del voto dei lavoratori, previsto con accordo sindacale del 2013, ha rafforzato la partecipazione democratica sulle scelte relative alle condizioni lavorative e normative in Bosch». I lavoratori, con il loro ampio consenso, hanno certamente premiato la riduzione dell’orario di lavoro che spetta a tutti i lavoratori a turno. Per i reparti a 15 turni settimanali (mattina, pomeriggio, notte), l’orario notturno passa a 6 ore e 45 minuti retribuite 8 ore, mentre le pause su tutti e tre i turni rimangono confermate. Per i reparti che lavorano a ciclo continuo fino al sabato, sono previste due tipologie di orari settimanali: una di 33,5 ore medie su due settimane e l’altra di 30 ore settimanali, entrambe pagate 40 ore. Bosch inoltre potrà lavorare in regime di orario flessibile plurisettimanale, ma previo accordo sindacale. Le ore aggiuntive per rispondere al picco produttivo, che verranno recuperate nella seconda metà dell’anno, saranno pagate con la maggiorazione del 50%. Altro punto qualificante dell’accordo riguarda il livello occupazionale con il superamento dell’utilizzo dello staff leasing e il percorso in 36 mesi per la stabilizzazione dei somministrati, che nel 2017-18 trasformerà circa 75 contratti precari in assunzioni. Inoltre, per i somministrati il diritto alla stabilizzazione scatta dopo i primi 18 mesi e nei successivi 18 mesi può essere interrotta solo da un calo produttivo, con diritto di precedenza in caso di nuovi inserimenti. Il ruolo della rappresentanza sindacale dei somministrati è temporaneamente affidato alle rsu di stabilimento, che acquisiranno agibilità sindacale anche nei confronti delle agenzie, garantendo un livello di tutela e protezioni all’interno del luogo di lavoro per tutti i lavoratori in somministrazione. «Si tratta di un risultato importante raggiunto con una significativa modifica delle posizioni aziendali per attuare il ciclo continuo – aggiungono Fim, Fiom e Uilm – considerando che solo a febbraio Bosch, presentando il nuovo piano industriale, aveva previsto nel corso del 2017 una riduzione della forza lavoro di 138 lavoratori nei tre stabilimenti. Questo accordo attua certamente una redistribuzione del lavoro basata sul maggior utilizzo degli impianti, ma a fronte anche di una significativa riduzione di orario. Per questo siamo particolarmente soddisfatti di questo accordo, tra i più innovativi nel panorama industriale italiano». Sul salario, c’è la restituzione ai lavoratori di 40 ore di Par (permessi annui retribuiti) in precedenza utilizzati per contribuire alla riduzione dell’orario di lavoro. Si è continuato il percorso di armonizzazione dei trattamenti economici e normativi nei tre stabilimenti – a Pavullo verrà riconosciuto il diritto alla mensa e un aumento di 300 euro annui di salario consolidato –, l’aumento della maggiorazione fino al 30% del turno notturno, un’indennità di disagio per chi lavora nei 18 turni che varia da 40 a 50 euro giornalieri a seconda del turno, il riconoscimento del pagamento al 100% dei primi 3 giorni di malattia (non previsto nel ccnl). I massimali del premio di risultato sono fissati a 1.900 euro nel 2017, 2.000 euro nel 2018 e 2.100 nel 2019-2020, legati a indicatori sia economici che tecnici. L’accordo ha consentito anche limitazioni al Jobs Act, in particolare sui licenziamenti individuali disciplinari e per giustificato motivo oggettivo. Nel primo caso, il provvedimento dovrà far riferimento alla proporzionalità del sistema sanzionatorio contenuto nel ccnl. Nel secondo caso si avvierà un percorso per trovare soluzioni alternative al licenziamento. Il controllo a distanza (installazione di impianti audio-visivi, sistemi gps e satellitari) sarà possibile solo con accordo sindacale, a differenza di quanto previsto dalla legge, mentre sul demansionamento è previsto un confronto in commissione aziendale per soluzioni differenti.

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