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Emilia Romagna. Sindacati: No ad accorpamento Aci-Motorizzazione

Modena, 26 maggio 2017. «Il decreto su Aci, Pra e Motorizzazione è una riforma sbagliata che penalizza cittadini e lavoratori». Lo affermano i sindacati Fp Cgil e Cisl Funzione pubblica Emilia-Romagna, che su questo provvedimento del governo hanno convocato assemblee anche a Modena. Nella nostra provincia sono interessati i 150 addetti che lavorano nelle 21 delegazioni Aci (tre in città). Proprio ieri il governo ha approvato in esame definitivo il decreto legislativo di attuazione della legge di riforma della pubblica amministrazione che istituisce dal 1° luglio 2018 il documento unico di circolazione degli autoveicoli, motoveicoli e rimorchi. In pratica l’attuale certificato di proprietà confluisce nella carta di circolazione, che conserverà il suo nome, diventando però documento unico dei veicoli. «A causa di questo provvedimento, l’Aci rischia la chiusura, nonostante fornisca un servizio pubblico tecnologicamente avanzato e di alta qualità, senza tra l’altro costituire un costo per le casse statali – denunciano Alda Germani (Fp Cgil Emilia-Romagna) e Sonia Uccellatori (Cisl Fp Emilia-Romagna) – Ancora una volta, infatti, ci troviamo di fronte allo Stato che decide come un datore di lavoro che sembra non conoscere effettivamente le funzioni svolte dai suoi dipendenti e assume decisioni che rischiano di aggravare i costi per il cittadino». Fp Cgil e Cisl Fp regionali, come già dichiarato anche a livello nazionale insieme alla UilPa, ribadiscono che “il documento unico non realizza alcun vantaggio per il cittadino, non essendo previsto alcun risparmio di spesa, né tanto meno una semplificazione”. Al contrario, determinerà “il venir meno dei servizi oggi garantiti dall’Aci e un’ulteriore complicazione delle procedure, con ricadute negative in termini di costi e tempi. Infatti, si passerebbe dal sistema di gestione attuale, che utilizza la moneta elettronica, a quello ormai anacronistico dei bollettini postali. «È una riforma che prevede di lasciare invariati i costi per Ipt e bolli, ma presuppone, tra l’altro, una minore presenza di uffici pubblici sul territorio, meno servizi diretti all’utenza debole, con la conseguente necessità di ricorrere all’intermediazione privata con maggiori costi. Ricordiamo – continuano i sindacati – che oggi l’Aci offre ai cittadini l’alternativa di un servizio pubblico, prenotabile on-line, senza sovrapprezzi; mette a disposizione degli utenti la prenotazione del posto di coda tramite device mobile; ha ridotto gli adempimenti e aumentato la sicurezza della conservazione degli atti di vendita dei veicoli; ha avviato lo sportello a domicilio senza oneri aggiuntivi direttamente nelle case private, di cura, di riposo e in quelle circondariali. Ha attivato infine il wi-fi gratuito nelle aree dei propri uffici e, tramite sms o e-mail, continua ad aggiornare l’automobilista su qualunque evento riguardi il proprio veicolo. Ancora una volta, invece, il governo propone una falsa semplificazione che, in realtà, cela non solo il determinarsi di ulteriori inefficienze e spese della macchina pubblica, ma ancor peggio, – concludono Alda Germani (Fp Cgil Emilia-Romagna) e Sonia Uccellatori (Cisl Fp Emilia-Romagna) – calpesta la dignità di persone che rischiano il posto di lavoro nonostante le loro alte professionalità e i servizi utili erogati ai cittadini».

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