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Lazio. Autostrada Roma-Latina. Cisl: “Un’opera fondamentale,aprire subito i cantieri”

Roma, 26 giugno 2017. “Apriamo subito i cantieri” Lo choedono la CISL  Lazio, Roma Capitale Rieti e Latina. 2.8 miliardi di euro il costo complessivo dell’opera, una durata in concessione di 50 anni e 186 km di infrastrutture. Sono questi i numeri previsti per la costruzione dell’autostrada Roma-Latina. Risorse a capitale misto “pubblico-privato” che dovrebbero permettere di avere nel prossimo futuro  migliaia di assunzioni e fare da “ricostituente” ad  un settore, quello dell’edilizia, che ormai da molti anni versa in una crisi quasi cronica. Nel Lazio sono 50 mila i lavoratori espulsi dal circuito delle casse edili dal 2008 ad oggi e circa 7 mila le aziende chiuse nello stesso periodo in questo settore. Specificatamente a Roma i lavoratori espulsi nel settore edile sono circa 33 mila e oltre 5 mila a Latina. In questi due territori i lavoratori espulsi,  pesano per il 75 per cento sull’intera regione.   Ad aggiudicarsi i lavori della Roma – Latina è stata una cordata italo-spagnola, la cui offerta ha superato anche l’esame del Tar del Lazio che proprio qualche mese fa ha respinto il ricorso di 21 imprese, tra cui Salini Impregilo, Astaldi, Pizzarotti e Ghella, che avevano sollevato dubbi sulla gara d’appalto. La Roma – Latina è un’opera fondamentale, visto il deficit infrastrutturale della nostra regione e il ritardo storico di circa 30 anni che è stato accumulato a causa di un dibattito stucchevole sulla necessità o meno della strategicità dell’opera stessa, dichiarano Andrea Cuccello, Paolo Terrinoni e Roberto Cecere, rispettivamente segretari Generali della CISL del Lazio, della CISL di Roma Capitale Rieti e della CISL di Latina. Il progetto si collega ad altri progetti già in corso o in via di realizzazione come la Orte-Civitavecchia, il raddoppio della Salaria ed appunto , la Roma-Latina. Si tratta, continuano i tre segretari, di superare l’attuale sistema radiale, che vede il GRA fortemente congestionato e non in grado di collegare la Capitale con i diversi territori della regione. Riuscire a Collegare la Capitale ai territori del Lazio e viceversa significa garantire nei prossimi decenni uno sviluppo costante che porterebbe Roma Latina Rieti, Viterbo e Frosinone a essere nuovamente trainanti per l’economia a livello nazionale. Riuscire a partire e a muoversi dalla Regione con facilità significa far crescere le imprese esistenti e farne nascere di nuove con grandi possibilità di sviluppo e occupazione ad alto valore aggiunto. Si tratta di dare una speranza ai tanti lavoratori espulsi dal ciclo produttivo edile che spesso e volentieri sono costretti per tirare avanti a lavorare in nero, in condizioni di scarsa sicurezza e illegalità.  Alla Regione Lazio chiediamo un incontro che determini il cronoprogramma della Roma – Latina, a fronte anche dell’accordo sugli appalti pubblici sottoscritto il 28 settembre. Ci auguriamo che per la selezione delle imprese, fermo restando l’obbligo di mandare in gara almeno l’80 per cento dei lavori, si possa prevedere un taglio dei lotti per favorire le imprese del territorio. La cosa che risulta importantissima è che la Regione Lazio “blindi” il contratto con la società committente.
Dobbiamo assolutamente evitare che avvenga ciò che peraltro è già accaduto nella nostra Regione su iniziative analoghe. Dobbiamo cioè evitare che il contraente utilizzi e spenda esclusivamente i circa 500 milioni di Euro di finanziamento pubblico già stanziati e disponibili, ma non attivi mai le ulteriori somme oggetto del c.d. “project financing” per il completamento dell’opera. Ciò che è accaduto a Tarquinia sulla “dorsale tirrenica” non deve ripetersi. La Regione Lazio deve quindi dedicare tempo e risorse per stipulare un accordo contrattuale che possa impedire tali comportamenti, chiedendo tutte le possibili garanzie reali, facilmente escutibili in caso di contenzioso a tutela dell’ente Regionale stesso e di tutti i contribuenti.

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