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Puglia. Sciopero province, Cisl Lecce: “Un un grido d’allarme sulla situazione di questi Enti”

Pubblicato il 5 Ott, 2017

 Lecce, 5 ottobre 2017 – “Occorre creare le condizioni per porre fine ad una disarticolazione ed una incertezza istituzionale che ha generato una grave condizione di destabilizzazione delle condizioni lavorative e dei servizi ai cittadini.. Lo sciopero dei lavoratori di tutti i dipendenti delle province e delle città metropolitane indetto dalle Federazioni della Funzione Pubblica di Cgil Cisl e Uil per domani 6 ottobre che si terrà domani anche a Lecce, con un presidio presso la Prefettura, ha questo significato e per questo è necessario abbia il sostegno di tutto il movimento sindacale e di tutto il territorio”. E’ quanto dichiara Antonio Nicolì, Segretario generale Cisl Lecce alla vigilia dello sciopero nazionale dei lavoratori  delle province. “Rappresenta rappresenta un grido d’allarme sulla situazione di questi Enti” sottolinea. Il governo nazionale deve chiarire quale ruolo l’Ente provinciale deve continuare ad avere, ed in relazione ad esso ed alle funzioni previste, garantire alle stesse una capacità finanziaria che ne consenta almeno la residua operatività.

La spesa corrente delle Province italiane dal 2013 al 2017 è stata ridotta da 7,5 a 3,2 miliardi ed oggi gran parte di esse sono in una situazione di grave squilibrio finanziario.
Questa situazione genera gravi disagi fra i lavoratori dipendenti e nelle comunità locali, crea un clima di forte e persistente incertezza che coinvolge servizi essenziali per la cittadinanza quali la scuola, le manutenzioni stradali ed ancora gli stessi centri per l’impiego.
Serve urgentemente rideterminare la condizione di clima positivo in cui i lavoratori dipendenti della Provincia possano tornare a svolgere il proprio lavoro in un quadro di certezza retributiva ed operativa.
Nel nostro territorio un elevato costo è stato già pagato per una riforma degli assetti istituzionali, mal pensata e peggio gestita, che ha visto i lavoratori di Alba Service e della Fondazione Ico “Tito Schipa” pagare per colpe non proprie, con il bene più caro del proprio lavoro” conclude. 

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