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Ilva. Lettera aperta di Cgil, Cisl, Uil a isituzione ed esponenti politici per non dimenticare l’indotto: subito un incontro

Pubblicato il 23 Ott, 2017

23 Ottobre 2017 – Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uil UilTucs, Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil, Filt Cgil, Fit Cisl Reti, UilTrasporti, Nidil Cgil, Felsa Cisl, UilTemp lanciano l’allarme  “sulla vicenda Iva e sulla delicatissima situazione dei lavoratori e delle lavoratrici dell’indotto, al momento esclusi da qualsiasi ragionamento legato alla trattativa in forte salita presso il Mise.  Nella lettera inviata al Ministro Carlo Calenda, al vice Ministro Teresa Bellanova, ai parlamentari di Terra Ionica, al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, all’Assessore regionale allo Sviluppo Economico, Michele Mazzarano, al Presidente del Consiglio regionale, Mario Loizzo, ai Consiglieri regionali dell’area ionica, al Prefetto di Taranto, Donato Giovanni Cafagna, e al Sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci – i sinadcati esprimono il loro auspicio “che in uno stato democratico,  i più deboli, senza tutele e senza ammortizzatori sociali, non siano lasciati al loro destino, abbandonati, colpevolmente, alle logiche del mercato, dei cambi appalto o assegnazioni di commesse al MASSIMO RIBASSO che, nella migliore delle ipotesi, potrebbero portare forti riduzioni orarie, reddituali e delle tutele normative e contrattuali, o, peggio ancora, la fuoriuscita dal mercato del lavoro Indotto Ilva” . Ecco chi sono: 7.603 lavoratori e lavoratrici dell’indotto dipendenti di circa 346 aziende, operai addetti alle pulizie civili e pulizie industriali, manutentori, edili, carpentieri, autisti, addetti mensa, cuochi, elettricisti ecc ecc, con contratti part-time, interinali, a tempo determinato o indeterminato autorizzati tutte le mattine, pomeriggi e notti a presentarsi presso la portineria Imprese (sulla strada provinciale per Statte Taranto) per iniziare la loro avventura con le loro tute arancioni e con poche tutele occupazionali e di sicurezza.

E chiedono a Istituzioni e alla politica, di garantire: 

  • che nessun lavoratore perderà un posto di lavoro, compreso i lavoratori e le lavoratrici dell’indotto;
  • una discussione di un piano industriale serio che non possa prescindere da prendere in considerazione tutte le unità che lavorano nel mondo dell’indotto, di come saranno utilizzate a seguito della nuova organizzazione industriale dell’azienda AM INVESTCO;
  • utilizzo delle maestranze dell’indotto già presenti nell’Ilva per i lavori di bonifica previsti;
  • ammortizzatori sociali uguali per tutti compreso il mondo dell’Indotto;
  • agevolazioni per esposizione amianto e prepensionamenti anche per i lavoratori dell’indotto;
  • Lavoro e Sicurezza, Salute e benessere per tutti compreso l’Indotto.

Riparta anche da qui il TAVOLO ISTITUZIONALE AL MISE, facendo in modo che non rimangano lettera morta i principi costituzionali della pari dignità sociale e dell’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori allo sviluppo economico e sociale dell’Italia. I lavoratori dell’indotto continueranno a lavorare nel silenzio, uniti come sempre, e le loro famiglie continueranno a credere nelle Istituzioni, certi che il loro grido venga ascoltato da chi ne ha la responsabilità e da chi, quei principi costituzionali, ha giurato di seguirli. 

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