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Calabria. Sbarra (Fai Cisl): “Provare a lavorare sui campi prima di approvare sistema pensionistico”

Locri, 4 novembre 2017. “Chi si ostina a dire, come il Presidente dell’Inps Tito Boeri, che questo sistema pensionistico va bene così com’è, venga a lavorare qualche giorno sui campi, magari sotto il sole cocente di agosto, piegato nelle grandi campagne di raccolta del pomodoro, degli agrumi o delle olive. Non si può chiedere a un bracciante di lavorare fino e oltre i 67 anni: è semplicemente ingiusto”. Così il segretario generale della Fai Cisl Luigi Sbarra, che questa mattina ha partecipato a un’assemblea di quadri e operai agricoli nella locride, nel quadro della mobilitazione lanciata il 28 ottobre dalla Federazione sindacale a sostegno di una piattaforma di riforme su previdenza, fisco, mercato del lavoro e legalità. Sbarra ha sottolineato l’importanza di una raccolta firme finalizzata a dare maggiore equità e sostenibilità al lavoro agricolo, alimentare, forestale e della pesca: “Settori pesanti, logoranti, gravosi, in cui si registrano tante malattie professionali debilitanti, tanti infortuni e purtroppo anche tanti decessi, come ci ricordano le cronache quotidiane. Lasciare le cose come stanno significa far finta di non vedere la profonda ingiustizia che associa questi tipi di lavoro a un normale impiego dietro a una scrivania”. Per questo, anche in relazione al confronto aperto con il Governo, il leader Fai è tornato a chiedere “l’estensione e l’allargamento del bacino dell’ApeSocial ai nostri lavoratori” ma anche, e contestualmente, “l’apertura di un confronto con il Governo affinché sia riconosciuto lo status di lavoro usurante a tante tipologie del lavoro agricolo, alimentare, della pesca e dei settori forestali e ambientali”. “L’impegno della Fai – ha concluso Sbarra – continuerà sin quando queste istanze di giustizia e di equità non saranno recepite. Perché il sistema attuale è assolutamente inaccettabile, e le parole disinvolte e male informate dell’Inps non cambiano di una virgola questa situazione. Servono fatti concreti”.

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