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Basilicata. Cisl: “Trasparenza su passate gestioni di Sviluppo Basilicata”

Potenza, 11 gennaio 2017. Il tema centrale dell’audizione odierna dei sindacati in seconda commissione del Consiglio regionale, è stato Il futuro di Sviluppo Basilicata . Alla riunione ha partecipato una delegazione della Cisl Basilicata composta dal segretario generale aggiunto Gennarino Macchia, dal segretario della First Cisl Basilicata, Arnaldo Villamaina, e dal delegato aziendale Cosimo Grieco. Mettere in campo un’operazione trasparenza sulle gestioni del passato e precisare ruolo e funzioni della società. Queste le principali richieste fatte dalla Cisl. “I risultati aziendali degli ultimi sette anni sono disarmanti nella loro chiarezza: sostanzialmente nulla della mission societaria è stato realizzato, limitando l’operatività della società a mero back-office della Regione”, si legge nella relazione consegnata dal sindacato ai membri della commissione bilancio e programmazione. A finire sotto la lente del sindacato è soprattutto la gestione dei fondi di garanzia e del microcredito. “Nel gennaio 2016 il consigliere regionale Gianni Rosa denunciò la gestione dei fondi di garanzia evidenziando un tasso di insolvenza superiore ad altri fondi di garanzia, anche regionali. Tasso di insolvenza che arriverebbe al 30%. Il sindacato e la popolazione lucana non conoscono la risposta alla interrogazione e l’eventuale difesa della società, sintomo di un chiaro segnale di deficit di trasparenza. Nonostante un biennio di divulgazione itinerante avviata nel 2015 dall’allora amministratore unico Giampiero Maruggi – denuncia nella relazione la Cisl – non una riga è stata mai resa pubblica sui tassi di insolvenza e sui non performing loans eventualmente in pancia alla società. La popolazione lucana ha il diritto di sapere quanti soldi pubblici non sono rientrati a seguito di operazioni finanziarie. Relativamente al microcredito è disarmante la mancanza di dati sui tassi di insolvenza desumibile dal bilancio 2016. Appare una chiara la volontà di tacere questa informazione. Applicando i tassi di sofferenza rilevati in passato per i finanziamenti delle microimprese lucane e per analogia con la gestione dei fondi di garanzia noi riteniamo che siano veritieri tassi di insolvenza nell’ordine del 30%”, ha spiegato la delegazione della Cisl ai membri della commissione bilancio del Consiglio regionale. “Vanno ricercati i responsabili di questi risultati e chiesto loro conto. Troppe volte le responsabilità dirigenziali hanno avuto effetti devastanti nei confronti dei lavoratori”. Altro capitolo dolente per la Cisl è il piano strategico costato 40 mila euro per il riposizionamento strategico e la trasformazione della società in una vera e propria finanziaria regionale, progetto poi accantonato. Per la Cisl “bisogna ripartire dal piano di posizionamento strategico per ridare a Sviluppo Basilicata la corretta dimensione di agenzia di sviluppo regionale. Enti locali, imprese, famiglie e terzo settore esprimono continuamente un fabbisogno finanziario che il consolidato schema misura d’aiuto-bando-erogazione è in grado di soddisfare soltanto parzialmente”. Nel corso dell’audizione la Cisl ha presentato anche le sue proposte e la sua visione sul futuro della società. “La Cisl immagina una società finanziaria in grado di supportare con garanzie la domanda di accesso al credito di imprese di tutti i settori, ivi compreso quello agricolo; prestare la dovuta attenzione finanziaria alle imprese a basso rating che sono ordinariamente escluse dal mercato del credito ordinario; supportare finanziariamente gli enti locali attraverso partenariati pubblico-privati che implementino l’utilizzo del project financing; attivare finanziamenti dedicati di grandi strutture finanziarie (Bei e Cdp) attualmente scarsamente veicolati in regione. A queste attività si deve affiancare il fondo regionale di venture capital ulteriormente finanziato e quindi capitalizzato, allargato al comparto del private equity. Target ottimale non dovrebbero essere soltanto le start-up innovative e le società high-tech, che se da un lato rappresentano un indubbia occasione di investimento, sovente rappresentano una moda di investimento con più default che successi, ma anche imprese della old-economy, troppo speso fuori da target di investimento classici, come agroalimentare, turismo e meccanica”. Infine, il capitolo dello sportello Europe Direct di Matera, chiuso nel 2015, scelta che “ha lasciando di fatto la rappresentanza dell’Unione europea in Basilicata ad un’associazione privata che rappresenta un punto di riferimento per tutti i residenti che intendono intraprendere progetti di cooperazione e di studio all’estero. In un momento di avversione generalizzata rispetto all’Europa vi è una esigenza notevole di disseminazione della cultura europea e lo sportello Europe Direct può e deve essere gestito dalla società in house della Regione Basilicata”.

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