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Veneto. Cisl di Belluno: “In costante crescita l’occupazione nella provincia”

Pubblicato il 2 Mar, 2018

Belluno, 2 marzo 2018 – Dall’analisi periodica condotta dall’Ufficio Studi della Cisl Belluno Treviso e presentata oggi nella sede Cisl di Belluno dalla Segreteria della Cisl Belluno Treviso emergonono dati positivi in tema di occupazione. che risulta in costante crescita. Il 2017 si è chiuso infatti con un saldo di +875 posizioni da lavoro dipendente. Un valore positivo, ma inferiore al boom di assunzioni dei due anni precedenti. Nel bellunese si continua ad assumere, anche nell’ultimo trimestre dell’anno (picco di assunzioni in dicembre con l’avvio della stagione turistica invernale), ma i contratti sono soprattutto a tempo determinato. Nela provincia di Belluno sono stati recuperati 6.200 posti di lavoro. Il lavoro, però, è sempre più precario e a tempo: nel 2017 più del 64% dei contratti è stato a tempo determinato (un punto percentuale in più rispetto al 2016). In forte calo il numero dei contratti a tempo indeterminato: erano il 10% del totale nel 2016, si fermano al 8,7% nel 2017, confermando un trend negativo iniziato negli anni passati. Stabili invece i contratti di somministrazione.

“Il mercato del lavoro si sta riprendendo, ma è molto diverso rispetto a tempo fa – commenta il segretario generale aggiunto Rudy Roffarè -: l’occupazione è meno stabile, più precaria, con il problema di salari rimasti fermi per troppi anni e la necessità del rilancio della contrattazione aziendale. Ci preoccupano due elementi: il saldo negativo degli over 54 e la precarietà dei contratti. Problemi che vanno affrontati facendo sistema, dando vigore al tavolo sulle politiche attive avviato assieme alle altre associazioni di rappresentanza del territorio, alle quali chiediamo ancora una volta di crederci fino in fondo”.
“Le trasformazioni in corso nel mercato del lavoro – sottolinea Cinzia Bonan, segretario generale Cisl Belluno Treviso – vanno governate con un’unica e condivisa regia: il tavolo è fondamentale per dare delle linee guida funzionali ad affrontare e risolvere i problemi del gap tra la formazione scolastica e le necessità delle imprese e del mercato del lavoro dinamico ma generatore di troppa flessibilità in entrata. Purtroppo è un dato di fatto che oggi le aziende preferiscano assumere con contratti di somministrazione, anche se più costosi per le imprese, e a tempo determinato. In questo senso è importante che ci sia una fiscalità che favorisca la stabilizzazione del lavoro”.
“A prescindere dalla peculiarità del territorio che è la stagionalità – – conclude il segretario Gianni Pasian – notiamo che le imprese assumono a tempo determinato anche figure professionali di livello medio-alto e non si sentono sicure di dare garanzia sul lungo termine neppure a queste professionalità. Certamente alla fine del 2017 c’era anche l’attesa della legge di bilancio per capire l’entità degli sgravi fiscali per il 2018”.

Nel quarto trimestre 2017 si registra un saldo ampiamente positivo (1.850, complice la stagione turistica), seppur inferiore all’anno precedente (2.300 posizioni nette nel 2016). L’aumento ha interessato soprattutto le donne e tutte le età, esclusi gli over 54 che non riescono a ricollocarsi. A trainare il mercato del lavoro sono i servizi turistici (+2.650, performance legata al ciclo stagionale, ma in leggero aumento rispetto al 2016), ma anche l’istruzione (580 le posizioni nette del 2017 un po’ superiori al valore del 2016, 555), i trasporti e il magazzinaggio (480 il saldo del 2017 migliore del 2016, 450) e il commercio al dettaglio (315 unità nel 2017 di poco inferiore al 2016, 340). In calo l’agricoltura con 395 posizioni in meno, valore peggiore del 2016 pari a -370 unità. Anche l’industria mostra una ricaduta dei saldi da -1.335 del 2016 a -1.630 del 2017, spinta dalla flessione delle costruzioni (-615 il saldo del 2017 come quello registrato nel 2016), del metalmeccanico (-540 nel 2017 e -420 nel 2016) e dell’occhialeria (-300 il saldo 2017, il doppio del 2016). 

L’andamento settoriale spiega anche perché la provincia di Belluno sia divisa in due sul piano territoriale: a nord crescono Pieve di Cadore e Agordo (+3.120), a sud calano Feltre e Belluno, il cui saldo è particolarmente negativo: -745 posizioni da dipendente rispetto a -260 del 2016.
Dal punto di vista contrattuale, infine, il saldo è spinto da una crescita dei contratti a tempo determinato (3.325 il saldo al quarto trimestre 2017, nel 2016 era 2.720) e apprendistato (170, era 125 nel 2016), mentre è rallentato da una frenata più energica rispetto al 2016 dei contratti in somministrazione (da -590 a -1.100) e dal crollo del numero dei lavoratori a tempo indeterminato (-545 nel 2017, contro i -40 del 2016). Quest’ultima flessione non è tanto ascrivibile alle cessazioni (che per altro scendono del 2,8%), ma da un calo delle assunzioni e delle trasformazioni (rispettivamente -22,9% e -53,3% nel quarto trimestre 2017 rispetto allo stesso trimestre del 2016). Forte, infine, la crescita delle assunzioni con contratto a chiamata (+125,7% rispetto allo stesso periodo del 2016), con incrementi anche dei saldi: 145 nel 2016 e 315 per il 2017.

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