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Calabria. Carbone (Cisl Scuola): “Rsu modello per la scuola calabrese”

Reggio Calabria, 10 aprile 2018. Ieri presso il Liceo Artistico “Preti – Frangipane” di Reggio Calabria, si è svolta un’iniziativa a cui hanno partecipato dirigenti, quadri, associati della CISL Scuola Calabria. Ha introdotto i lavori il segretario generale CISL Scuola Calabria Arcangelo Carbone. “Oggi celebriamo – ha affermato Carbone – la giornata delle RSU a livello regionale e la partecipazione dei rappresentanti nazionali, confederali e di federazione, è la dimostrazione evidente di quanta importanza riveste per noi la figura della RSU, sia come espressione di democrazia all’interno di ogni istituzione scolastica sia come espressione della politica sindacale a favore di una scuola concepita come comunità educante, dove grande importanza riveste lo svolgimento del proprio ruolo del dirigente scolastico, professionalità alta che noi consideriamo un lavoratore della scuola con grandi responsabilità proprie e qualche volta improprie” che deve quotidianamente spendersi, come un buon padre di famiglia, a tirare il meglio in termini di risorse all’interno del mondo della scuola”. E’ quindi intervenuto il segretario generale CISL Calabria Paolo Tramonti secondo il quale il prossimo appuntamento elettorale per il rinnovo delle RSU rappresenta un momento fondamentale per la scuola calabrese, avamposto per sovvertire le particolari condizioni di criticità in cui continua a versare la nostra Regione. “Il Governo regionale deve investire nell’istruzione e nella formazione professionale. L’obiettivo deve essere quello di favorire l’apprendimento permanente e la mobilità, incoraggiando innovazione, creatività e imprenditorialità. Bisogna necessariamente evitare il ripetersi di un fenomeno allarmante qual è quello della dispersione scolastica; la crisi economica ha fortemente colpito la classe dei giovani ed ha contribuito a creare un gap generazionale, specialmente nel Mezzogiorno ed in Calabria in particolare. Esiste, quindi, una vera e propria questione giovanile che si manifesta in una riduzione delle iscrizioni alle Università, in una crescita del precariato e inoccupazione. I nostri giovani devono essere messi in condizione di ambire ad un’istruzione idonea a garantire loro un futuro, affinché la scuola non resti solo un luogo di apporto nozionistico ma anche un laboratorio di cultura intesa in senso lato: sia dal punto di vista civile che sociale, nonché, per certi versi occupazionale con il proseguimento di progetti alternanza che preparino al mondo del lavoro ed all’assunzione di un know – how professionale seriamente spendibile”. “L’idea di comunità educante non implica soltanto un modello organizzativo interno alla scuola, che esalti la condivisione e la partecipazione responsabile alla sua mission di tutte le componenti professionali: è qualcosa di più, che va oltre il perimetro delle mura scolastiche e chiama in causa il contesto più generale in cui la scuola agisce e i soggetti che a vario titolo ne sono protagonisti. La scuola può darsi la migliore organizzazione, ma non basta per svolgere un ruolo davvero efficace. Arrivo a dire che non basterebbe nemmeno, e Dio sa quanto sia necessario, che i suoi lavoratori avessero finalmente quel giusto riconoscimento economico che siamo impegnati a ottenere, in un percorso di cui il nuovo contratto è un primo passo. La scuola va tolta dal suo isolamento, la scuola deve diventare il luogo in cui società, istituzioni, famiglia stringono un patto di alleanza che la sostiene nella sua azione educativa e formativa”. Così Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola, nel suo intervento, che ha registrato anche la partecipazione di Antonio Marziale, garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria. A rendere ancora più stringente l’attualità del tema – ha sottolineato la segreteria generale CISL Scuola – sono gli episodi che nei giorni scorsi hanno visto ancora una volta l’aggressione di docenti da parte di genitori, spia di uno scollamento nel rapporto fra scuola e famiglia che rende ancor più arduo il lavoro di chi educa e insegna, specie nelle aree di maggior disagio sociale ma non solo in esse. Ha concluso i lavori il segretario generale aggiunto della CISL confederale Luigi Sbarra secondo il quale “Autorevoli commentatori hanno sottolineato la situazione di pericoloso isolamento in cui spesso si svolge l’azione della scuola, non adeguatamente sostenuta in termini di prestigio e autorevolezza. “Non possiamo permetterci una situazione del genere, al contrario deve diventare di tutti la consapevolezza del ruolo strategico e della funzione fondamentale che la scuola svolge per l’intera comunità. Rilanciare e rafforzare l’alleanza fra scuola e società è un’assoluta priorità, gli episodi di questi giorni ce ne evidenziano l’urgenza. Tutti siamo chiamati in causa, in primo luogo la politica, che vogliamo torni a considerare la scuola come un prezioso bene comune, non un terreno di interminabili diatribe. È anche il momento di ripensare le modalità con cui, tanti anni fa, si istituirono organi collegiali finalizzati a tradurre in atto un efficace rapporto tra scuola e famiglia. Anche qui, la dimensione da cui partire è quella della ‘comunità educante’, nella quale famiglia e scuola sono soggetti cooperanti. Proprio dalla mancanza di questo presupposto nascono episodi deprecabili: giusto che abbiano da tutti la più ferma condanna, ma guai se ci si ferma a questo”.

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