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Terziario. Prenatal, accordo sindacati-Gruppo. Il ricorso alla solidarietà salva 45 posti di lavoro

Roma, 13 giugno 2018 – Il ricorso al contratto di solidarietà scongiura 45 esuberi avviati in 20 negozi a marchio Prenatal a Sesto San Giovanni, Mestre, Novara, Biella, Grugliasco, Trento, Sanremo, Genova Fiumara, Genova XII Ottobre, Lucca, Sesto Fiorentino, Napoli Fanzago, Benevento, Brindisi, Palermo Via Cavour, Messina e Misterbianco, in ridimensionamento permanente, e nei due negozi prossimi alla chiusura a Milano Corso Buenos Aires e a Gorizia, nell’ambito del processo di razionalizzazione della rete vendita e di correzione finanziaria deciso dalla direzione aziendale della catena di negozi di articoli per mamme e bambini presente in Italia con 83 punti vendita a gestione diretta e circa 900 dipendenti.

I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs e la direzione di Prenatal SpA hanno siglato al ministero del Lavoro l’intesa sulla riduzione massima dell’orario di lavoro del 30% che coinvolgerà complessivamente circa 200 dipendenti, prevedendo anche il ricorso al part time volontario, alla ricollocazione interna/esterna e all’incentivo all’esodo volontario – fino ad 11 mensilità – quali strumenti di gestione del piano di esuberi.
Le parti hanno anche sottoscritto un accordo collettivo aziendale applicato agli oltre 2000 dipendenti delle società del Gruppo Prenatal Retail – Prenatal SpA, Toys Center e Bimbo Store – in materia di conciliazione tempi di vita e tempi di lavoro e sul contrasto al fenomeno delle molestie sessuali e di altre forme di violenza sul posto di lavoro.
Nel merito l’intesa contempla l’estensione fino al 12% della forza lavoro della facoltà di ottenere la trasformazione del contratto full-time a part time entro il primo anno di vita del bambino fino a tre anni; al fine di favorire la conciliazione delle esigenze lavorative e di gestione familiare, a tutti i dipendenti è riconosciuto il diritto a due giorni retribuiti di congedo parentale aggiuntivi a quelli previsti dal contratto nazionale di settore.
Qualora vengano accertati casi di molestie sessuali o violenze la società adotterà misure adeguate, anche di natura sanzionatoria, nel rispetto della normativa di legge in materia di whistleblowing; le vittime riceveranno sostegno e, se necessario, verranno assistite nel processo di inserimento nei percorsi di protezione e di reinserimento al lavoro.
La Fisascat Cisl commenta positivamente la sottoscrizione delle intese che seguono gli accordi raggiunti nel 2016 e nel 2017 e che hanno consentito di scongiurare 110 esuberi in 57 negozi della rete vendita. «Anche in questo caso il ricorso al contratto di solidarietà ed alla mobilità volontaria ed incentivata rappresenta il giusto approccio ad una crisi purtroppo strutturale di una azienda che in Europa ha registrato negli ultimi anni una sensibile flessione dei ricavi e ha risentito pesantemente del mercato altamente competitivo a basso prezzo, della diminuzione delle nascite, e soprattutto dell’incremento dell’e-commerce, situazione che, non dimentichiamo, ha avuto ripercussioni non solo in Italia, dove dal 2013 hanno chiuso i battenti 42 punti vendita, ma anche in Spagna e in Portogallo dove complessivamente hanno chiuso 58 negozi» ha dichiarato la funzionaria sindacale della categoria cislina Elena Maria Vanelli. «Siamo molto soddisfatti dell’intesa sulla conciliazione vita lavoro e sul contrasto alle violenze ed alle molestie sui luoghi di lavoro che rappresenta un aiuto concreto alle lavoratrici ed ai lavoratori del gruppo e la giusta strada per debellare un fenomeno che purtroppo non accenna a diminuire» ha concluso la sindacalista.

 

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