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Legge Stabilità 2016: valutazioni della Cisl in merito a Fisco, Previdenza,Riforme Istituzionali

Pubblicato il 12 Nov, 2015
Con il disegno di legge sulla stabilità per il 2016, il Governo utilizza i margini di flessibilità concessi dalla disciplina europea del fiscal compact e rinvia al 2018 il raggiungimento del pareggio di bilancio in termini strutturali, per sostenere una politica economica in grado di rimuovere gli ostacoli che attualmente limitano il potenziale di crescita del Paese.
 
La CISL ritiene che siamo in presenza di una manovra moderatamente espansiva con luci ed ombre, che impiega circa 16 dei 27 miliardi complessivi della manovra per neutralizzare le clausole di salvaguardia che avrebbero comportato l’aumento dell’Iva e delle Accise, con gravi conseguenze sulla spesa per i consumi e sulla ripresa economica. 
 
L’impatto aggiuntivo della manovra, dunque,  si riduce a circa 11 miliardi di euro, in gran parte destinati a misure di stimolo all’offerta: la riduzione dell’Ires per le imprese; i superammortamenti per i nuovi investimenti; la riduzione del cuneo fiscale con la decontribuzione per le aziende che assumono a tempo indeterminato. 
 
 Il ripristino della detassazione dei premi di produttività,   tramite la contrattazione collettiva aziendale o territoriale, con la valorizzazione del welfare aziendale per tale scopo, è una misura utile e positiva, anche se è sbagliato escluderne l’applicabilità ai comparti pubblici. 
 
La CISL valuta positivamente l’eliminazione dell’imposizione della Tasi sia sui possessori che sugli utilizzatori degli immobili destinati ad abitazione principale, che viene incontro ad una delle richieste contenute nel disegno di legge di iniziativa popolare della CISL.
 
Gli interventi di salvaguardia a favore degli esodati e la proroga dell’opzione donna per chi abbia maturato il diritto nel 2015 sono misure che contribuiscono ad alleviare, in misura pur limitata e parziale,  l’area del disagio sociale ed economico, allargatosi progressivamente per effetto del lungo protrarsi della crisi economica.   
 
L’equilibrio complessivo della manovra risulta, tuttavia, troppo debole sul piano della  domanda interna e del sostegno ai consumi ed insufficiente sul piano dell’equità sociale ed  è a parere della CISL necessario invertire la priorità d’azione in materia di politica fiscale,  prevedendo una riduzione  significativa dell’Irpef nell’orizzonte triennale di riferimento della manovra di finanza pubblica, a cominciare con la riduzione delle imposte per i lavoratori dipendenti e i pensionati e per le  famiglie  che non hanno beneficiato degli 80 euro.  
L’occasione per dare un primo segnale di disponibilità importante si presenta con la possibilità  di anticipare al  2016 l’avvio del percorso di equiparazione della “no tax area” fra pensionati e dipendenti,  anziché dal 1° gennaio 2017.
La CISL ritiene assolutamente negativa la proroga della perequazione “Letta” fino al 2018, penalizzando ulteriormente i pensionati.
 
Rinviare ulteriormente l’individuazione di una soluzione generale e strutturale che ripristini la flessibilità nell’accesso al pensionamento è sbagliato, perché ostacola l’occupazione dei giovani ed il turnover lavorativo e perché la rigidità dei requisiti non tiene conto delle esigenze di riorganizzazione dei sistemi produttivi, e dei problemi del lavoro più faticoso e pesante.
 
Come CISL rileviamo che ancora una volta anche in questo disegno di  legge di stabilità si riducono le risorse destinate ai Patronati e ai Caf, con il rischio di conseguenze e ricadute negative sulla qualità ed il livello dei servizi offerti ai cittadini nei territori.
In particolare, la CISL è contraria alla riduzione del finanziamento degli enti di Patronato anche perchè la loro attività viene finanziata con un prelievo dalla contribuzione previdenziale dei lavoratori e non tramite la fiscalità generale, per cui il taglio del finanziamento finisce per distrarre risorse dei lavoratori per altri scopi di finanza pubblica.
 
Pur nella consapevolezza che il quadro programmatico, costruito sulla base delle regole europee, non sia facilmente modificabile, la CISL resta convinta che sia necessario e possibile migliorare la manovra, attraverso alcune correzioni significative che ne rafforzino l’equità e irrobustendo il sostegno alla domanda interna. 

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