Credito. La raccolta di firme per le remunerazioni dei manager, l’equità distributiva

La Cisl e la Fiba Cisl si sono fatte promotrici di una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare “Limiti massimi degli emolumenti dovuti ai top manager di società di capitali a titolo di retribuzione e di bonus”, che stabilisce (art. 2): “il limite massimo delle retribuzioni in misura fissa da corrispondere al top manager è di 294mila euro annue, con progressione annuale pari all’aumento del costo della vita determinato dall’Istat; quello dei bonus, incentivi, stock optino e compensi equità non può in nessun caso essere superiore nel complesso ad euro 294.000: nel totale la componente fissa e quella variabile non possono superare l’importo di 588.000 euro.
Tale remunerazione è giustificata solo in presenza di risultati estremamente positivi ed è correlata all’entità del patrimonio aziendale sia in volume di affari gestiti che in numero di lavoratori dipendenti”. Una battaglia in nome dello sviluppo e dell’equità che parte dalla consapevolezza che, in un momento in cui la finanza ha generato la crisi mondiale prendendo il sopravvento sull’economia reale, le remunerazioni elevate del top management incoraggiano l’assunzione di rischi eccessivi: nel 2013 – secondo uno Studio della Fiba Cisl – le retribuzioni dei top manager sono state mediamente 52 volte maggiori dello stipendio di un lavoratore, mentre nel 2012 lo erano per 49 volte. Inoltre si tratta di retribuzioni totalmente scollegate dai risultati conseguiti dalle aziende. L’iter è partito con il Congresso di Carovigno del 20 maggio 2013 e ha visto l’impegno di tutte le strutture della Fiba Cisl a qualunque livello, che si sono mobilitate con banchetti, campagne informative, iniziative e dibattiti. La proposta di legge è stata depositata in Corte di Cassazione il 30 maggio 2013 e il 5 dicembre 2013 le 118.193 firme raccolte sono state consegnate alla Camera dei deputati.

 

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