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Jobs Act. Disabilità e lavoro: dal diritto teorico all’inclusione reale

Pubblicato il 22 Lug, 2015

 

Lo schema di decreto legislativo (Atti del Governo, n. 176), attuativo della delega di cui alla legge n. 183 del 2014 (Jobs Act), in questi giorni in attesa dei pareri della Conferenza Stato-Regioni e delle Commissioni di Senato e Camera, tratta al Capo I sul collocamento mirato temi, argomenti, riflessioni che tutti noi che operiamo nel mondo della disabilità e del lavoro in questi 16 anni ci siamo trovati ripetutamente a condividere.
Già dall’entrata in vigore la legge 68/99 conteneva, rispettosamente, regimi transitori e necessità applicative che nel tempo si sarebbero dovuti affrontare, e non si contano i seminari, i documenti, le tavole rotonde in cui si è tornati a ripetersi che sarebbe stato necessario intervenire concretamente.
Ora disponiamo di un testo innovativo che recepisce quelle riflessioni e proposte.
Solo un’analisi lucida e scevra di pregiudizi, consente di cogliere come finalmente il decreto intervenga per dare attuazione ad alcuni principi cardine sanciti dalla legge 68/99, a partire proprio dallo slogan “la persona giusta al posto giusto”.

Abbiamo partecipato attivamente ai lavori dell’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, istituito in base al dettato della Convenzione ONU, per contribuire a segnalare punti di caduta dei processi di inserimento, necessità di intervento per interrompere comportamenti discriminatori e favorire la piena inclusione, ipotesi di sviluppo del sistema. E accogliamo con viva soddisfazione l’accoglimento nel decreto di gran parte degli indirizzi emersi in quella sede

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