“Il lavoro è il grande assente, la manovra del Governo è debole ed iniqua. La scelta del Governo di sfidare l’Europa portando al 2,4% il rapporto deficit-Pil non è legata a politiche espansive. Non si punta alla crescita e manca quella svolta che auspichiamo da tempo per dare una spinta agli investimenti”. Lunedì agli Esecutivi unitari con Cgil e Uil presenteremo “un documento unitario che contiene una vera e propria manovra. Va cambiata l’impostazione. Serve una grande alleanza tra le forze produttive, tra imprese e lavoratori, per creare le condizioni per un vero cambiamento della manovra. Bisogna tornare ai concetti base del Patto della fabbrica, all’affermazione della centralità del lavoro. Il fisco non è considerato come un elemento di equità, come una leva per promuovere il lavoro. Il maxicondono che depenalizza il riciclaggio rappresenta un segnale negativo. Bisogna combattere l’evasione. Il Governo fa in tempo a cambiare, ad approvare una manovra in favore del lavoro. Quanto al reddito di cittadinanza, nella vaghezza della proposta, è ancora da capire come potrà concretizzarsi in misura di accompagnamento al lavoro. La quota 100? Una buona base di partenza ma resta fuori il tema delle donne che non arrivano a 38 anni di contributi. Bisogna anche affrontare il tema delle pensioni di garanzia per i giovani. E separare la previdenza dall’assistenza. Su questi temi serve un confronto, ma finora è mancato il dialogo.