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Ambiente. Fai Cisl: ”Valorizzare il lavoro delle tute verdi contro dissesto e siccita’”

Pubblicato il 5 Ott, 2022


Cambiamenti climatici, eventi metereologici estremi, rischio idro-geologico, sicurezza. Sono i temi affrontati nella giornata di formazione della Fai Cisl Asse del Po che si è svolta a Castelnuovo del Garda nel veronese, coinvolgendo dirigenti sindacali, operatori e delegati. Presenti ai lavori il Segretario Generale Fai Cisl nazionale Onofrio Rota, il Segretario Generale Fai Cisl Lombardia Daniele Cavalleri e Dino Perboni Segretario Generale Cisl Asse del Po. 
“Il tema che affrontiamo oggi è di estrema importanza e grande attualità – ha sottolineato Paola Marazzi Segretaria Generale Fai Cisl Asse del Po – L’estate appena trascorsa è stata molto impattante, con una prolungata siccità che ha fatto ritirare il Po per oltre 40km, con l’acqua salata che ha compromesso oltre 30mila ettari di terreno. In questo momento storico voglio sottolineare l’importanza che ricoprono i lavoratori dei consorzi di bonifica per la salvaguardia dei territori, la sicurezza, la prevenzione. Nelle province di Mantova e Cremona sono attivi 7 consorzi, per i quali sono già previsti oltre 20 milioni di euro tra PNRR e stanziamenti ministeriali, ma almeno altrettanti sono necessari per efficaci interventi di manutenzione e ammodernamento che devono essere prontamente avviati”. 
“Con oltre 200mila km di canali e 754 impianti idrovori, i consorzi di bonifica nel nostro Paese contribuiscono a irrigare 3,3 milioni di ettari e l’85% del cibo Made in Italy – ha sottolineato il Segretario Generale Onofrio Rota – Bisogna però costruire nuovi invasi, sia per ottimizzare le risorse ed evitare sprechi, sia per contrastare il dissesto idrogeologico. Pieno sostegno, da questo di vista, al Piano Laghetti di Anbi, che pone l’obiettivo di realizzare 10 mila bacini medio-piccoli, multifunzionali ed ecocompatibili, entro il 2030, con i primi 223 progetti già pronti e cantierabili. Un piano che comporterà anche nuova occupazione, stimata in circa 16.300 nuovi lavoratori, quelli che dovremmo chiamare con orgoglio le “tute verdi” del nostro Paese, assieme ai lavoratori della forestazione e dell’agroalimentare. L’effetto di questo piano sarà inoltre l’incremento di quasi 435 mila ettari delle superfici irrigabili, con risvolti positivi anche in termini di minore dipendenza dall’estero per le produzioni agricole, tema di drammatica attualità in questa fase storica”. 
Tra i relatori della giornata formativa il climatologo e meteorologo Andrea Giuliacci: “Nei prossimi decenni ci attende un costante innalzamento della temperatura che porterà ad eventi climatici sempre più estremi, imprevedibili e repentini. Per rallentare questa tendenza dobbiamo ridurre le emissioni di gas serra e allo stesso tempo allenare una capacità di adattamento, prendendo atto che il clima è cambiato, cambierà ulteriormente e quindi dobbiamo modificare il modo in cui pensiamo e gestiamo il territorio. Come è emerso in questa giornata – conclude Giuliacci – una delle azioni urgenti è dotarsi, o potenziare, gli strumenti di controllo e gestione dell’acqua piovana, garantendo maggiore sicurezza in caso di precipitazioni intense, sfruttando poi l’accumulo in momenti di grave siccità”.

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