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Desertificazione bancaria. Colombani (First Cisl): “Servono Osservatori regionali sull’attività bancaria e classifiche di sostenibilità”

“Per arginare il fenomeno della desertificazione bancaria e ridurne l’impatto negativo su famiglie e imprese è necessario un confronto permanente, all’interno di Osservatori Regionali sull’attività bancaria, tra i soggetti portatori di interesse, i rappresentanti delle istituzioni politiche e delle autorità competenti. Inoltre, vanno istituite classifiche di sostenibilità delle banche correlate alla presenza fisica e/o alla certificata realizzazione di programmi di educazione digitale della clientela. Sarebbe davvero sbagliato, soprattutto in una fase come questa, caratterizzata da alti profitti per le banche e dal chiaro intento di definire un contributo di solidarietà a loro carico, anche solo ipotizzare incentivi fiscali correlati ad aperture di filiali in aree desertificate, magari precedentemente abbandonate. Sarebbe invece utile ragionare, fermo il gettito complessivo stimato a carico del sistema bancario, e previa valutazione di costituzionalità, su una differenziazione delle imposte a carico di ogni realtà bancaria, o gruppo bancario, in base alla posizione nelle classifiche di sostenibilità, con benefici in termini di minori imposte per le banche che garantiscono maggiore presenza sui territori e/o svolgono certificati programmi di educazione digitale per la clientela”. Lo ha dichiarato il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani nel corso del convegno “La biodiversità bancaria è linfa per i territori”, organizzato da First Cisl Lazio, che si è tenuto oggi a Frosinone.

“Dall’introduzione del Testo unico bancario si è registrata una costante riduzione del numero delle banche. In Italia, negli ultimi vent’anni, in base all’Henfirdahl – Hirschman index, la concentrazione del sistema bancario è triplicata, doppiando il grado di concentrazione del sistema tedesco e distaccando nettamente quello francese, che addirittura ha leggermente ridotto il grado di concentrazione nel periodo considerato. Con naturale ritardo – ha proseguito – la desertificazione dei territori da parte delle banche si è avviata in Italia all’indomani della crisi finanziaria globale del 2008, parallelamente al notevole incremento nella concentrazione del sistema, e ha registrato una violenta accelerazione dal 2015. Ciò, nonostante l’internet banking sia utilizzato da poco più del 29% degli italiani tra i 65 e i 74 anni, in un Paese dove le persone sopra i 65 anni sono oltre 14 milioni (ben il 24% della popolazione) e oltre 4 milioni vivono da soli. Il disagio sociale è descritto in questi pochi numeri. È pregevole – ha concluso Colombani – l’attenzione del Cnel che ha costituito un gruppo di lavoro, partecipato dai sindacati confederali e dalle associazioni di rappresentanza delle imprese bancarie, riguardo alla desertificazione bancaria e che, se si continuerà a registrare un clima di leale collaborazione, elaborerà proposte per risolvere il drammatico fenomeno di abbandono dei territori da parte delle banche”.  

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