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Indennità Covid ai lavoratori somministrati della sanità. Sindacati: “Grazie alla mobilitazione un sostegno concreto a migliaia di operatori”

Lo scorso 23 febbraio è stato pubblicato il decreto interministeriale che dispone l’erogazione a favore di lavoratrici e lavoratori in somministrazione del comparto sanità di un’indennità connessa all’emergenza Covid, pari a 791,76 euro pro capite. Lo annunciano le segreterie nazionali di Felsa CISL, Nidil CGIL, UILTemp.
Dopo diversi mesi contraddistinti da una forte mobilitazione nazionale, che ha visto anche la proclamazione di uno sciopero generale nazionale dei lavoratori somministrati del settore lo scorso 24 luglio 2020, siamo arrivati finalmente alla pubblicazione del decreto.
Nel testo della norma viene stabilito che saranno le Agenzie per il Lavoro, dopo aver ricevuto le necessarie risorse economiche dalle Aziende e gli Enti del Sistema Sanitario Regionale, a procedere al riconoscimento degli importi ai lavoratori in servizio alla data del 1° maggio del 2021.
Anche se con un consistente ritardo, dovuto ai tempi ancora troppo lunghi della politica, siamo soddisfatti di questo risultato, ma allo stesso tempo riteniamo che ci siano alcuni elementi da verificare e attenzionare, primo tra tutti il numero dei lavoratori somministrati, a prescindere dalla regione in cui hanno operato, potenzialmente beneficiari della misura, considerando che il numero degli stessi appare, ad una prima lettura, sottodimensionato, soprattutto se si considerano i lavoratori somministrati impegnati nel “piano vaccini”. Quest’ultimi infatti, citati in premessa nello stesso decreto interministeriale, soddisfano, come tutti gli altri, il requisito di lavoro al 1° maggio 2021. Occorre pertanto che venga garantito a tutti il diritto all’indennità!
Proprio su questi aspetti, concludono dal sindacato, avvieremo immediatamente tutti gli approfondimenti necessari al fine di chiarire puntualmente l’applicazione e l’esercizio del diritto di questo importante e tanto atteso riconoscimento.

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