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Metalmeccanici. Acciaierie D’Italia, Fim Cisl: “La transizione ecologica non può pesare esclusivamente sui lavoratori”

Pubblicato il 21 Mar, 2022

«A fronte delle garanzie Sace, dei 150 milioni ottenuti per investimenti e della fame di acciaio che Taranto può soddisfare, Acciaierie D’Italia ora deve essere flessibile sulla richiesta di ammortizzatori e più decisa nel creare lavoro». E’ quanto si legge nella dichiarazione congiunta del Segretario nazionale Fim Cisl, Valerio D’Alò e del segretario generale aggiunto Fim Cisl Taranto Brindisi, Biagio Prisciano.

Il segretario nazionale della Fim Cisl, Valerio D’Alò giudica poco incoraggiante la partenza degli incontri periferici, di area, iniziati questa mattina e sollecita l’azienda ad una maggiore elasticità nell’applicazione della cassa integrazione.

«Mercoledì scorso, nel corso dell’incontro al Ministero del Lavoro – aggiunge D’Alò – di fronte ad una nostra precisa richiesta di affrontare l’argomento Cassa integrazione in maniera approfondita, attraverso un’analisi compiuta degli organici area per area compreso i rimpiazzi, avevamo avuto garanzie da parte del segretario generale del Ministero, Andrea Bianchi, che nel percorso si sarebbe potuto intraprendere questa strada. In realtà l’inizio non è stato per nulla affatto soddisfacente, con un’informativa veloce e cruda senza entrare nel merito della questione e soprattutto senza giustificare i numeri, cercando di ridurli nel limite del possibile».

Negli anni, prima dell’avvento di ArcelorMittal e di Acciaierie D’Italia, la discussione sulla cassa integrazione veniva affrontata nei siti attraverso una disamina attenta, postazione per postazione, in base alle reali necessità dell’azienda, evitando di gravare oltremodo sui lavoratori.

«Noi come organizzazioni sindacali, in passato, abbiamo fatto davvero le pulci alla procedura all’interno delle discussioni territoriali. Cosa – aggiunge D’Alò – che ci auguravamo nel prosieguo della discussione avviata al Ministero. Con questi presupposti ritengo che non ci siano le condizioni per raggiungere un’intesa».

La Fim Cisl, al termine della riunione al Ministero del Lavoro, auspicava in un accordo che doveva segnare un salto di qualità nelle relazioni, anche a livello aziendale.

 «A giudicare dalla riunione odierna – rileva Biagio Prisciano – non abbiamo registrato alcun cambio di passo. Un copia e incolla dei recenti incontri sulla cassa, con una semplice indicazione di numeri freddi.  Condizione sicuramente poco incoraggiante in vista di un accordo in cui, più in generale, si dovrà tenere conto di altri aspetti, già condivisi a parole dal Ministero del Lavoro». Il tema dell’integrazione salariale, inserita nel programma di discussione da parte del Ministero del Lavoro, non può nascondere incognite.

«Serve chiarezza e occorrono certezze per tutti.  C’è bisogno di dare garanzie a tutti: ai lavoratori di Acciaierie D’Italia, nonché a quelli di Ilva in amministrazione straordinaria e dell’appalto e dell’indotto. Dobbiamo sbloccare la situazione di stallo, avviando in maniera concreta l’auspicato piano di rilancio del Gruppo Acciaierie D’Italia, fondato sul rispetto della Salute, dell’Ambiente e del Lavoro. Per noi – conclude Biagio Prisciano – qualsiasi accordo sulla cassa integrazione non potrà prescindere dal rispetto delle rotazioni, dalla decurtazione dei numeri con il maggior numero possibile di lavoratori sugli impianti e dall’integrazione al salario».

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