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Sanità. Cois (Cisl Medici): “Specialistica ambulatoriale è una risorsa”

Pubblicato il 26 Feb, 2021

Roma, 26 febbraio 2021. Una società come la nostra, profondamente cambiata nel breve arco di pochi decenni, ha bisogno di un Servizio Sanitario Nazionale che ponga al centro la persona e i suoi bisogni e in cui il momento della cura sia integrato con quello della promozione della salute e della prevenzione delle malattie. Un obiettivo realizzabile solo con una riorganizzazione dei servizi in cui la medicina del territorio assuma quel ruolo che ancora non ha e che invece l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le attribuisce con forza sempre maggiore.

L’OMS con il suo rapporto del 2008 “Primary Health Care: Now More Than Ever” e con la successiva nota informativa del 2009 “Highlevel Consultation on the Financial and Economic Crisis and Global Health” ha voluto ribadire la centralità delle cure territoriali e la necessità dell’avvio di un processo di riorientamento che le renda rispondenti ai bisogni di un mondo radicalmente cambiato.

Per la Cisl Medici è necessario focalizzarsi sui bisogni dei cittadini e non solo sulla cura delle singole malattie, realizzando una medicina di iniziativa, proattiva, diversa dalla medicina d’attesa dell’assistenza ospedaliera. Creare una relazione stabile con il Paziente non limitata alla cura del singolo episodio. Offrire un servizio onnicomprensivo, continuato, centrato sulla Persona e capace di coordinare le cure nei diversi momenti e secondo le diverse e innegabili competenze Specialistiche.

È, quello descritto, un processo di riordino complessivo del sistema in cui la figura dello Specialista Ambulatoriale Interno (SAI) potrebbe svolgere un indispensabile ruolo chiave sia in relazione alla dimensione clinico-professionale (presa in carico e cura del paziente) che in quella gestionale (corretto uso delle risorse e appropriatezza prescrittiva).
La situazione pandemica in cui ci troviamo ha determinato un grande sforzo per combattere il Corona Virus portando diversi Ospedali ad occuparsi esclusivamente di Covid trascurando le altre patologie; anche gli Ospedali non Covid devono affrontare problematiche di rischio contagi e devono necessariamente limitare gli accessi per le visite Specialistiche Ambulatoriali in particolare dei malati cronici. Le liste d’attesa continuano ad aumentare con gravi conseguenze per la salute della popolazione.
In questa direzione, la proposta chiave della Cisl Medici consiste nel rafforzamento del numero di SAI nei Poliambulatori e la valorizzazione del lavoro multidisciplinare e di equipe. Occorre rafforzare il rapporto tra centri ospedalieri, poliambulatori specialistici territoriali e la medicina generale. Puntare cioè sull’integrazione e il ricongiungimento tra medicina del territorio e ospedaliera.

E’ necessario che la Specialistica Ambulatoriale possa fare uso di uno Strumentario di ultima generazione, tale da porre diagnosi estremamente precoci e indirizzare, alla Struttura Ospedaliera, i soli Pazienti gestibili esclusivamente in questo ambito. Inoltre l’adeguamento della strumentazione permetterebbe di effettuare nel territorio gran parte delle prestazioni diagnostiche e terapeutiche previste dal nomenclatore. Non ultimo l’innovazione tecnologica delle dotazioni informatiche consentirebbe un reale avvio della telemedicina

Riteniamo pertanto necessario e non più procrastinabile un percorso di reale potenziamento del Territorio ed in particolare della Specialistica Ambulatoriale con presa in carico reale dei malati cronici, filtro all’Ospedale, attività di diagnosi, terapia, prevenzione e supporto ai MMG e PLS in alleanza con i bisogni dei cittadini.

All’interno di ciascun presidio territoriale va incentivata l’attività dei SAI in equipe con tutti gli operatori sanitari necessari per un attività di reale medicina di prossimità: medici, psicologi, infermieri, fisioterapisti etc al fine di creare percorsi di salute ( stile di vita) che possano incidere sul benessere della popolazione.
Nonostante le indiscusse potenzialità della Specialistica Ambulatoriale Interna, troppe lacune ne impediscono un ottimale sviluppo. Dopo quasi un anno dalla data di operatività dell’ACN solo in due regioni si è concluso l’iter per l’AIR, che potrebbe garantire idonei obiettivi di salute, percorsi e strumenti operativi per attuarli in coerenza con le necessità di ogni SSR soprattutto in considerazione della fase pandemica che attraversiamo.
La nostra sigla sindacale plaude all’intervento del Presidente Draghi volto a sostenere il potenziamento del territorio, quale punto centrale del riordino della sanità; auspichiamo che dalle parole si passi ai fatti e siamo disponibili ad una fattiva partecipazione nell’ottica di una proficua collaborazione.

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