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Sanità. Fera (Cisl Medici): “Fase 2: evitiamo i decessi a causa del Covid-19”

Pubblicato il 28 Apr, 2020

Roma, 28 aprile 2020 – Con l’annuncio dell’avvio della Fase 2 il Presidente Conte ha dichiarato, con il suo sorriso solidale e una capigliatura in perfetto ordine, che per i comuni cittadini sarà possibile solo prendere un caffè con i parenti e non con gli amici.
Sono stati commoventi i mille elogi fatti ai suoi esperti, gli stessi che hanno dato indicazioni insufficienti sui DPI, che hanno sottovalutato il potere infettante e l’aggressività del SARS COV 2, che ha causato il decesso di centinaia di medici e operatori sanitari.
Vorrei ricordare che i suoi esperti hanno elaborato le raccomandazioni dell’ISS dapprima basandosi sul fatto che l’OMS negava, basandosi solo ed unicamente su dati inconsistenti, l’utilità delle maschere Ffp2, successivamente, viste le altre autorevoli raccomandazioni (CDC, ECDC di marzo 2020), basate su evidenze e dati sicuramente più consistenti, modificate invitano ad una maggior protezione, ma precisando che si devono usare i DPI più avanzati quando disponibili.
Nessuno degli esperti né il Presidente Conte ha mai detto che DEVONO essere disponibili, continuando a considerare chi lavora in Sanità vittime sacrificali.
Questo concetto è stato ribadito sollecitando i medici pensionati (quindi ultrasessantenni grazie alle normative sulle pensioni) a tornare in prima linea, pur dichiarando che le persone con più di 60 anni dovrebbero essere prudenti e stare a casa, per evitare di ammalarsi.
Il Governo e il SSN italiano non hanno saputo affrontare la pandemia, come dimostrano i numeri dei decessi. I problemi non sono legati al numero di nuovi contagiati, che non possono che aumentare, essendo finalmente possibile fare una maggior diagnostica di laboratorio.
Il Governo ha cercato di rallentare l’infezione per avere il tempo di cercare di potenziare un SSN che ha avuto una decurtazione, negli ultimi 10 anni, di 10.000 medici e 11.000 infermieri (Quotidianosanita.it “Il lento declino del Ssn” 19 marzo 2020), che ha visto la chiusura di 200 Ospedali, la eliminazione di 45.000 posti letto e un aumento del fondo sanitario di 15 miliardi di euro (che non è servito ad aumentare lo stipendio dei professionisti, che sono tra i meno retribuiti al mondo), che ha comunque diminuito l’assistenza, come ha dimostrato questa pandemia.
Le misure governative stanno creando un esercito di depressi, poveri, rabbiosi, violenti e crisi matrimoniali e il problema “salute” sta raggiungendo un livello tale che presto dovremo contare non più i decessi per persone affette da Covid ma quelli deceduti a causa del Covid.
Non solo, la focalizzazione sul Covid-19 ha talmente spaventato le persone da sottovalutare ad es. i dolori toracici, le emiparesi tanto da aspettare pericolosamente di venire nei PS , è difficile garantire il ricovero a persone che non hanno contratto l’infezione da SARS COV 2, dato che sono state potenziate le UTI, senza pensare che per fortuna in molti casi è necessario un supporto ospedaliero meno aggressivo, nonostante ciò indispensabile, e che deve fare i conti con la grave carenza e inadeguatezza dei posti letto.
Nel contempo la chiusura degli ambulatori e delle attività ordinarie di prevenzione e cura creerà un esercito di ammalati e decessi per diagnosi e terapie tardive, che attualmente il Governo non considera, ma con cui a breve dovrà fare i conti.
Credo che sarebbe opportuno fare delle riflessioni e coinvolgere nel team degli esperti anche chi vive quotidianamente nel SSN, sia in Ospedale sia sul Territorio, in modo da garantire la salute globale dei cittadini, dato che le altre patologie continuano ad esserci e si aggiungono al problema della pandemia. Solo un lavoro di squadra, composta sia da esperti teorici sia da esperti sul campo, può raggiungere l’obiettivo e continuare ad ignorare questo principio fondamentale comporterà inevitabilmente il fallimento del SSN e del Governo.

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