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Tav. Turri (Filca Cisl): “Governo nega il futuro al paese, venerdì sciopero delle costruzioni per chiedere la riapertura di oltre 600 cantieri”

Pubblicato il 9 Mar, 2019

Roma, 9 marzo 2019 – “Salvini e Di Maio sembrano i ladri di Pisa, che di giorno litigavano e di notte rubavano insieme. E il premier Conte, più che avvocato degli italiani, sembra il complice dei suoi due vice. Sulla Tav abbiamo assistito ad un gioco del fare e del non fare, del tergiversare per non decidere. Ma oggi l’annuncio del premier rischia davvero di negare il futuro al Paese, di condannarlo ad una recessione che sta già avendo effetti nefasti per l’economia, per tutti i cittadini”. Lo ha dichiarato il segretario generale della Filca-Cisl, Franco Turri, commentando la decisione del governo di impedire a Telt, la società incaricata di realizzare l’opera, di indire i bandi. “La Tav – ha aggiunto Turri – è fondamentale per avvicinare il Paese all’Europa: è riduttivo chiamarla Torino-Lione, sarebbe più corretto definirla Milano-Parigi. La sua realizzazione, inoltre, sarebbe un toccasana per il settore dell’edilizia, che rischia di scomparire sotto i colpi di una crisi ultradecennale che ha provocato la perdita di oltre 600 mila posti di lavoro e la scomparsa di 120 mila aziende. Il Governo dimostra di non avere a cuore lo sviluppo del Paese: il 15 marzo, giorno dello sciopero generale delle costruzioni, ribadiremo la nostra richiesta di far ripartire gli oltre 600 cantieri bloccati, in grado con l’indotto di generare 350 mila posti di lavoro”, ha concluso Turri.

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