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Trasporti. Fit-Cisl: “SNCF Voyages applichi Ccnl di settore”

Pubblicato il 15 Lug, 2022


È incomprensibile, inaccettabile e non più sostenibile che un’impresa ferroviaria, che opera su territorio italiano nell’ambito della mobilità passeggeri dall’11 dicembre 2011, non applichi ancora il Ccnl della Mobilità/Attività Ferroviarie. È quanto dichiara in una nota la Fit-Cisl, a margine di una riunione operativa del Comitato Tecnico Nazionale delle Attività Ferroviarie avente come focus la ricognizione della situazione contrattuale delle imprese ferroviarie sorte e operanti in Italia a valle dei processi di liberalizzazione del settore.
Nel caso di specie di Sncf  Voyages Italia, filiale della società SNCF, che in Francia è concessionaria in esclusiva sia dei servizi pubblici di trasporto ferroviario, sia passeggeri che merci, sia delle infrastrutture della rete ferroviaria nazionale, la situazione sta diventando insostenibile in quanto non solo la società non applica il contratto di riferimento – il Ccnl della Mobilità/Attività Ferroviarie – ma unilateralmente, spalleggiata da sindacati non rappresentativi, sta applicando unilateralmente, dal 1° gennaio 2022, il Ccnl Logistica, Trasporto Merci e Spedizione, e addirittura in una recente riunione, provocatoriamente, ha dichiarato di voler applicare una “normativa minima” e cioè il D.Lgs. n. 66/2003 che prevede 24 ore di riposo settimanale più 11 di riposo giornaliero per un totale di 35 ore, quindi una media di 2 giorni di riposo ogni 14 giorni: un simile trattamento non consentirebbe il recupero psicofisico delle persone esponendole a un potenziale rischio di infortunio e, conseguentemente, a potenziali rischi per la sicurezza. 
Come Fit-Cisl – prosegue la nota –siamo contrari all’impostazione della filiale italiana di Sncf, considerato che in un mercato liberalizzato sono necessarie regole del lavoro omogenee per settori che applicano le medesime normative dettate dagli enti regolatori. Non è pensabile, infatti, che l’azienda, nel maldestro tentativo di implementare il dumping contrattuale già in atto, voglia applicare questo tipo di contratto che oltre a non tener conto delle peculiarità e delle professionalità del settore ferroviario, equipara di fatto le persone a delle merci. Il libero mercato non può esistere se a farne le spese sono lavoratrici e lavoratori che quotidianamente contribuiscono a creare profitti per le imprese. 
Ci aspettiamo – si sottolinea nella nota – un ravvedimento operoso da parte dei vertici di Sncf  Voyages Italia in assenza del quale, a partire dalla prossima settimana, chiederemo l’avvio di un confronto al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, all’Ansfisa (Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali), all’Art (Autorità di regolazione dei trasporti), all’Agcm (Autorità garante della concorrenza e del mercato). Le lavoratrici e i lavoratori – conclude la Federazione cislina – non possono continuare a subire un simile penalizzante trattamento.

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