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Whirlpool. Sensing the Indifference: al via la campagna Fim Cisl per rimettere al centro delle priorità del governo il destino di 357 famiglie

Pubblicato il 14 Dic, 2020

Roma, 14 dicembre 2020 – La Fim Cisl lancia la campagna #Whirlpool #SensingTheIndifference per riportare l’attenzione sulla vertenza Whirlpool di Napoli contro l’indifferenza e il silenzio della multinazionale americana e del Governo Italiano.
Gli stipendi dei lavoratori sono garanti fino al 31 dicembre 2010, dal 1 gennaio 2021 cosa accadrà? Che intenzioni ha Whirlpool: riattivare le linee produttive? Avviare la procedura per la Cassa Integrazione? Aprire la a procedura di licenziamento dei 357 lavoratori della Whirlpool di Napoli?
La situazione è drammatica. Nonostante le promesse del governo (dal premier Conte, ai ministri Patuanelli e Di Maio), nessuna soluzione ad oggi è stata trovata per i 350 lavoratori del sito partenopeo. Nel 2018 la multinazionale americana del bianco, che anche nell’ultimo trimestre dell’anno – come ribadito dal ceo Marc Bitzer – macina profitti record, aveva sottoscritto col governo e il sindacato un piano industriale di rilancio del sito; questo accordo per Whirlpool è diventato carta straccia: #SensingtheIndifference.
Un indifferenza e un mancato rispetto per i lavoratori e per l’Italia che contrastano con l’immagine e i valori che la multinazionale proclama nei suo spot pubblicitari milionari.
“La Fim Cisl non resta indifferente e non lascerà soli le lavoratrici e i lavoratori – così il Segretario nazionale Fim Cisl Massimiliano Nobis – questo silenzio e questa indifferenza di Whirpool e del Governo sono inammissibili, va trovata una soluzione, e subito; in un territorio complicato sul piano occupazionale e sociale come quello campano, non si possono lasciare senza lavoro 357 famiglie (che con l’indotto arrivano a 1500 ). Abbiamo pensato di lanciare una campagna di sensibilizzazione sui social, con una serie di video perché è inaccettabile che, dopo aver sottoscritto un accordo e dopo le promesse del governo, ora si faccia calare il sipario su questa trattativa, sperando che il silenzio e l’indifferenza dei media facciano il resto lasciando cadere nel dimenticatoio e nel tritacarne mediatico questa vertenza.
Un posto di lavoro al Sud ha un “peso specifico” maggiore rispetto a qualsiasi altro contesto della Penisola: è potenziale manodopera sottratta alla malavita organizzata, dunque un punto a favore dello Stato e della legalità; è emancipazione, riscatto e dignità. Esempi concreti sul territorio Partenopeo di riorganizzazione aziendale e di reindustrializzazione in questi anni si sono realizzati con ottimi risultati occupazionali e produttivi. La chiusura del sito di Napoli sarebbe una resa, una sconfitta per il Paese intero: in un momento storico come questo non possiamo permettercelo”.

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