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Lazio. Sindacati: “Turismo. Non basta prendere atto crisi, serve argine”

Pubblicato il 6 Apr, 2022

Si è aperto oggi il tavolo di crisi interministeriale su lavoro e turismo per affrontare la crisi del settore nella Capitale. In una nota i sindacati Cgil, Cisl e Uil e le categorie Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs di Roma e del Lazio spiegano: “Un primo risultato della mobilitazione dei lavoratori ma che in assenza di vere soluzioni rischia di essere una mera presa d’atto. Dopo gli hotel Sheraton, Majestic, Cicerone e Ambasciatori Palace, il 1 aprile e partita anche la procedura dell’hotel Victoria. In tutto oltre 350 i lavoratori già coinvolti, 250 quelli già licenziati, con il concreto rischio emulazione. Si tratta di vertenze inedite, visto che in molti casi queste strutture riapriranno con la stessa attività o dopo le ristutturazioni edilizie”.

“Il tavolo resta aperto – proseguono i sindacati – ma non basta condannare gli atteggiamenti scorretti da parte di alcune aziende, in particolare di fondi immobiliari che, mentre investono ingenti risorse, mettono alla porta i dipendenti per puntare alla loro futura sostituzione. Servono interventi urgenti, normativi, per impedire questa irresponsabilità. Il primo è la messa a disposizione di ammortizzatori gratuiti, tenuto conto della crisi del mercato, che nessuno nega. Vanno eliminati gli alibi. E poi serve l’estensione del diritto alla riassunzione, passando dagli attuali 6 mesi a 24, agganciando questo diritto al godimento della Naspi e al luogo di lavoro”.

“Dal tavolo – si legge ancora nella nota dei sindacati – è emersa anche la richiesta di avere delle misure ad hoc per le città d’arte che hanno una vocazione turistica diversa dalle località di villeggiatura estive e invernali (già quasi tornate ai livelli pre-crisi, a differenza di queste ultime e quindi di Roma). Si è proposto ai due ministri la messa in campo di misure specifiche in tal senso, che possano riguardare la città di Roma, visto che il flusso turistico della Capitale è legato solo ed esclusivamente all’essere considerata un museo a cielo aperto”.

“Sarebbe paradossale – conclude la nota – che da questa crisi se ne uscisse con finanziamenti al settore che premino chi licenzia. Deve semmai succedere il contrario. Disincentivare pesantemente chi licenzia. La nostra mobilitazione continua, perché evidentemente non è ancora chiaro a tutti gli attori quanti grave sia la situazione. Serve una scelta politica: il governo deve decidere se tutelare i lavoratori dalle operazioni speculative o se lasciare mano libera alle aziende. È una scelta strategica per il futuro che, se nell’immediato riguarda Roma, domani potrebbe riguardare l’intero Paese

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