Puglia. A Mesagne un incontro formativo della Cisl Medici Taranto-Brindisi

Organizzato dalla Cisl Medici Taranto Brindisi, presso la Tenuta Moreno a Mesagne (Br), partecipato da circa 100 partecipanti tra Dirigenti medici e Veterinari, si è svolto in data odierna l’incontro formativo sul tema “Il Ccnl 2016-2018 area dirigenza: quali opportunità per la medicina del III Millennio”.

“La giornata ha puntualizzato la necessità di un dialogo sociale armonioso tra il sindacato e la politica – ha dichiarato il Dott. Guido Cardella, Segretario generale Cisl Medici Taranto Brindisi e Direttore scientifico del corso – per progetti in grado di elaborare idee, programmi e motivazioni valide affinché le risorse del PNRR siano destinati non solo alle infrastrutture sanitarie pesanti ma, soprattutto, alla riorganizzazione di quelle sanitarie territoriali, con particolare riguardo  alle strutture dei servizi di produzione in genere, delle case della salute, della medicina di comunità, anche attraverso l’incremento costante di figure professionali quali medici, infermieri, assistenti sanitari, operatori socio sanitari.”

Sintesi dei principali interventi:

Prof. Dott. Pier Luigi Lopalco  Assessore alla Sanità della Regione Puglia – La Regione Puglia sta andando nella giusta direzione: siamo riusciti a far fronte ad un’ondata pandemica terribile, grazie allo sforzo del personale sanitario. Si consideri che in Puglia sono attivi la metà degli Ospedali e di Operatori sanitari rispetto all’Emilia Romagna, a parità di popolazione. Abbiamo immesso nel sistema sanitario pubblico pugliese 8 mila nuove unità; speriamo di stabilizzarle nel 2021. Il PNRR ci darà risorse con particolare riferimento all’edilizia sanitaria e noi soffriamo una complessiva vetustà delle infrastrutture sanitarie. Il sindacato è stato utilissimo quando ha posto i problemi; ora deve esserci vicino per far ripartire insieme la sanità, creando reti per confermare la centralità del paziente e ridisegnare l’intero sistema. Il momento di cambiare è adesso. Va ribaltata l’attuale visione sanitaria. Occorrerà continuare ad affrontare la pandemia. Non è esclusa una terza dose, prima dell’inverno. La variante inglese non è affatto una nuova ondata pandemica e il sistema è in grado di fronteggiarla. Sono ottimista.

Aldo Gemma Segretario generale Cisl Puglia – Assistenza e cura socio-sanitaria: è la nostra missione ma i fondi del PNRR non saranno sufficienti per questo comparto. Si all’ascolto ma soprattutto al confronto cui, tuttavia, la Regione Puglia deve mostrare effettiva disponibilità per traguardare insieme una sanità moderna, efficace ed efficiente.

Gianfranco Solazzo – Segretario Generale Cisl Taranto Brindisi – La lezione del Covid-19 è ancora davanti ai nostri occhi. Il personale sanitario ha sorretto il sistema nazionale e regionale, a fronte di una pandemia che ha trovato impreparato il mondo. I principi nobili che la Legge 833 del 1978 che aveva prestabilito sono stati traditi, giacché si è reso il sistema sanitario ospedalocentrico. Più risorse ricevute dall’Europa? Ma perché l’Italia è la nazione che sta peggio di altre. Il Decreto rilancio aveva messo a disposizione circa 1,4 Mld per creare circa 8000 unità tra intensive e sub intensive: tuttavia, solo il 25% di tali risorse risulta speso a livello nazionale. Vorremmo comprendere lo stato dell’arte nella nostra regione. Dobbiamo attrezzarci, perché l’Italia insieme al Giappone ha la popolazione ultra65enni più alta al mondo.  Ed entro dieci ci troveremo oltre 25 ml di malati cronici. Allora: la metà delle risorse disponibili sia spesa per la medicina di territorio e per l’assistenza domiciliare. Si, dunque, all’apertura di un confronto per spendere le risorse del PNRR entro i prossimi 5 anni. Il Sindacato c’è ma la politica come intende muoversi? Si ad una cabina di regia, nazionale, regionale e locale. Il Recovery prevede di attivare 380 ospedali di comunità, 1288 case di comunità e 602 centri operativi territoriali (COT). Sarebbe il caso confrontarsi per comprendere di tutto questo cosa sarà programmato in Puglia. Dobbiamo dare una risposta a tanti morti registrati nel nostro Paese, anche tra le operatrici e operatori della sanità (medici, infermieri , OOSS, ecc.). Guai a dover affrontare una nuova eventuale pandemia con sistemi e attrezzature vetuste che comportano anche problemi di sicurezza sul lavoro ed efficacia per gli esami. Digitalizzazione, telemedicina, nuove tecnologie mediche: confrontarsi significa decidere in tempi utili, perché il 2026 è alle porte. Nel PNRR si parla del personale solo quando si evoca la formazione, senza mai riferirsi al potenziamento degli organici.

Massimo Ferri Segretario Generale Cisl Fp Taranto Brindisi – Negli ultimi 30 anni il Mezzogiorno è stato penalizzato dalla sua stessa rassegnazione. I dati Istat e della Corte dei Conti raccontano altro, ovvero che le politiche di perequazione sono fallite e, dunque, hanno costretto il Sud ad un ritardo di sviluppo (e di sistema sanitario) inesorabile. Questa condizione non è inevitabile. Oggi il principio della deprivazione sociale dovrebbe essere recuperato, in quanto cancellato 10 anni fa, in tal modo creando la disparità Nord Sud che conosciamo. Allora: in tutto il Paese deve esserci equa anche per salvaguardare la coesione sociale e la stessa struttura democratica che lo regola.

Dott. Biagio Papotto Segretario Generale nazionale Cisl Medici – La pandemia ha messo alla luce la fragilità del sistema sanitario nazionale e quelli regionali. Negli ultimi 15 anni c’è stato il saccheggio della sanità: azzerati 60 mila posti letto, chiusi ospedali, ecc. Si sono fatti gli interessi unici della politica non della collettività. Il PNRR concede 20 miliardi alla sanità che non può risolvere il problema. Bisogna rivedere il Titolo V e, dunque, il rapporto Stato-Regioni.

 Prof. Giovanni Nolfe Docente Università Federico II di Napoli – Non esiste un sistema sanitario senza la centralità della risorsa umana. La pandemia ha manifestato tutti i limiti della medicina territoriale. Essa ha fatto saltare il sistema,  azzerando le logiche organizzative cui il Paese era abituato. Purtroppo la prevenzione fa inizialmente consumare (e non guadagnare) risorse finanziarie ma è l’unico investimento di futuro. Al Nord la prima fase pandemica ha registrato un forte impatto sul sistema ospedaliero mentre al Sud l’impatto ha riguardato la medicina territoriale.

Il Dott. Domenico Roberto Centola Segretario generale Cisl Medici di Bari ha concluso la giornata formativa: Necessaria una visione a lungo termine, recuperando i fondamentali dello Statuto dei lavoratori (L.300/70). La linea del Governo si allontana da quella visione e punta a trasformare la Dirigenza (Medici specialisti ed ambulatoriali) del comparto sanità, in para-subordinata. Ma sarebbe un falso storico se ciò accadesse e, per rintuzzare questo tentativo, occorre puntare ad un rapporto di dipendenza che sia uguale per tutti i lavoratori italiani.

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