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Puglia. Castellucci (Cisl): “Partecipazione e concertazione siano le basi della ripartenza dopo le elezioni”

Pubblicato il 30 Set, 2022


Concluse le elezioni è giunto il momento di riprendere il lavoro sui
territori e nei territori. Solo se riusciremo, tutti insieme,
istituzioni, politica e parti sociali, a trovare risposte concrete
adeguate, e se manteniamo presente la stella polare del bene comune e
degli interessi generali del Paese potremo raccoglierne i frutti. E
questo vale anche nelle articolazioni locali a cominciare dalla
Regione Puglia dove il confronto, partendo dalla ‘Cabina di regia
per il lavoro e lo sviluppo della Puglia’, nonostante le conclamate
buone intenzioni, non è andato al di là di pochi incontri. C’è
bisogno di un cambio di passo. In questa direzione si muove anche
l’Agenda sociale, Ripartire insieme, proposta qualche settimana fa
dalla Cisl a tutte le forze politiche per sollecitare sostegni a
imprese, lavoratori e famiglie, garantendo, per esempio, una nuova
cassa integrazione per le aziende che non licenziano, integrazione al
reddito delle persone, un tetto sociale al costo dell’elettricità,
l’azzeramento dell’Iva sui beni di largo consumo per le fasce
deboli, affrontare il nodo pensioni e riforma fiscale e il rilancio
del manifatturiero. Servono aiuti alle famiglie e alle imprese, ma
nello stesso tempo investimenti pubblici e privati, così come i
progetti già previsti si possano tradurre quanto prima in cantieri,
in lavoro e sviluppo. In Puglia è il buon lavoro che serve, in tutti
i settori produttivi, in particolare quello giovanile e delle donne,
che per troppo tempo si è trascurato e che può innescare una
crescita economica diffusa riducendo nello stesso tempo
diseguaglianze e povertà. Siamo preoccupati per i numerosi tavoli di
crisi regionali, per le difficoltà delle fasce più deboli, in
particolare per i nuclei familiari con pensionati, beneficiari di
trattamento minimo, lavoratori percettori solo di ammortizzatori
sociali, dei numerosi disoccupati e di tanti working poor. Nella
nostra regione sono circa 200mila i lavoratori poveri, 2milioni di
inattivi, 440mila famiglie in povertà relativa e oltre 205mila
disoccupati. Ed è proprio su questi temi dell’Agenda sociale Cisl
che si possono trovare le risposte per costruire una nuova
centralità del Mezzogiorno, di queste nostre regioni, il cui
sviluppo economico e sociale diventi la leva principale della
modernizzazione di tutto il Paese, prima delle regioni del sud con il
resto del Paese e poi all’interno di una sempre maggiore
integrazione europea. In questi mesi tanti sono stati i richiami al
piano Marshall del dopoguerra che è stato alla base del boom
economico italiano; l’ambizione, ma che può diventare realtà
oggi, è che il Pnrr, con il 40% di risorse destinate al Mezzogiorno,
e gli altri fondi UE diventano la base, grazie anche a possibili
investimenti ad un nuovo protagonismo imprenditoriale che non si
limiti solo a chiedere sostegni, bensì si avvii una nuova fase di
crescita attraverso la partecipazione, la coesione e la concertazione
affinché si possa creare nuova, stabile e sicura occupazione in
particolare di giovani e donne per realizzare una società più
giusta e più equa; e magari, come sostiene anche Papa Francesco, con
un nuovo modello di sviluppo.

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