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Sardegna. Sindacati: ” Cessione ai privati aeroporto Cagliari-Elmas. Operazione non motivata da esigenze di sviluppo di uno scalo in crescita”

Pubblicato il 8 Giu, 2022

Ormai è diventato un coro il no circa l’annunciata cessione ai privati dell’aeroporto di Cagliari-Elmas e il suo affidamento  a una holding che si farà carico di gestire in modo sinergico i tre scali aeroportuali del capoluogo isolano, Olbia e Alghero. L’ultimo stop è venuto ieri da Cgil, Cisl e Uil territoriali di Cagliari al termine della riunione con il presidente della locale Camera di Commercio organizzata per avere chiarezza sulle operazioni societarie annunciate. Quasi contemporaneamente  le segreterie regionali confederali hanno inviato una lettera al Presidente della Regione dove si chiede «un immediato urgente incontro nel quale affrontare tale problematica, per acquisire dettagli e finalità del progetto in atto e quale sistema di garanzie la Regione intenda promuovere a tutela del pubblico interesse, dei lavoratori impegnati, in ultima analisi dell’intera collettività della Sardegna». Contraria al progetto di privatizzazione anche Federalberghi Sud Sardegna, mentre l’eco del problema è già arrivato anche a Roma  con due interrogazioni parlamentari presentate dal segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, e Andrea Vallascas di Alternativa.

Secondo il progetto di messa “a fattor comune” dei tre scali sardi la nuova holding gestionale vedrà tra i maggiori azionisti la Camera di Commercio di Cagliari-Oristano (che oggi detiene il 94% della Sogaer, società di gestione dell’Aeroporto di Elmas) e F2i Ligantia che detiene già il 79,8% della Gaesar (Olbia) e il 71,25% della Sogeeal di Alghero. «L’operazione, in base alle informazioni in nostro possesso, appare non motivata da reali esigenze di sviluppo di uno scalo in crescita, con enormi potenzialità e assolutamente nessuna necessità di fusioni societarie o quant’altro», dicono i segretari Simona Fanzecco (Cgil), Mimmo Contu (Cisl) e Andrea Lai (Uil).

L’aeroporto di Cagliari è la principale porta d’accesso alla parte meridionale dell’isola e la consistente offerta di collegamenti non soggetta a stagionalità determina un flusso di traffico business in tutto l’arco dell’anno.«Riteniamo che su tale tema sia necessaria l’apertura di un tavolo istituzionale con tutte le parti sociali coinvolte al fine di esaminare le reali intenzioni dichiarate», aggiungono le OO.SS.

«Al momento non si ravvede, infatti, alcun vantaggio per la specifica realtà dell’aeroporto di Cagliari-Elmas, in crescita esponenziale fino al 2019 e di nuovo oggi, come conferma la ripresa sprint dopo i due anni di pandemia», dicono Cgil, Cisl e Uil di Cagliari sottolineando che «la compagine deve restare quella attuale perché stiamo parlando di una infrastruttura strettamente connessa allo sviluppo economico e sociale sulla quale sono stati investiti milioni di euro di soldi pubblici che hanno avuto ricadute importanti sul tessuto sociale, economico e imprenditoriale del territorio».

Al di là delle argomentazioni di dettaglio per spiegare l’operazione, il sindacato parte dal dato oggettivo: Cagliari  e la Sardegna dispongono di un’infrastruttura preziosa di proprietà pubblica, che va bene, funziona, ha margini di miglioramento. Una privatizzazione , quindi, attualmente ingiustificata. « Consideriamo al momento fuorviante affrontare – dicono i  segretari territoriali – il discorso sull’integrazione e sulla governance unica degli scali sardi, che peraltro sembra partire priva di un percorso di interventi infrastrutturali, di tipo ferroviario e di viabilità, che ora non esiste neanche sulla carta». 

«Quel che occorre fare – conclude Mimmo Contu – è sgombrare il campo dall’ipotesi di fusioni societarie, poi, eventualmente, si potranno fare gli altri ragionamenti, compresi quelli relativi alle ricadute economiche e occupazionali su un territorio già provato da questo lungo periodo di pandemia».

Preoccupazione anche tra le segreterie  regionali confederali. «La cessione degli asset dei 3 principali aeroporti della Sardegna, si sta realizzando – scrivono i segretari generali confederali Piddiu (Cgil), Carta (Cisl) e Ticca (Uil) al Presidente della Regione – senza che le organizzazioni sindacali, portatrici di interessi che crediamo non secondari, siano state minimante coinvolte in alcuna interlocuzione istituzionale, suscitando nei sindacati più di una preoccupazione e incertezza sul futuro sviluppo dei siti, in termini di occupazione e di servizio alle nostre comunità».

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