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Emilia Romagna. Sindacati: “Mobilitazione lavoratori Asp Don Cavalletti”

Modena, 25 novembre 2020. Le organizzazioni sindacali FP CGIL, CISL FP, UIL FPL, visti gli articoli degli ultimi giorni su un grosso focolaio presso l’ASP Don Cavalletti di Poiago di Carpineti, partendo da una lettera di una cittadina inviata ai Presidenti di Regione e Provincia, ci induce a soffermarci su diversi aspetti che reputiamo importanti per la sorte della struttura ASP Don Cavalletti, tuttora fortemente discussa all’interno delle amministrazioni del territorio montano per la volontà di privatizzare l’ultimo nucleo di Casa Protetta rimasto pubblico. Come già ribadito negli incontri con i sindaci, rimaniamo fortemente contrari a questa scelta per la qualità del servizio offerto dagli operatori che, a tutt’oggi, non ha fatto registrare nessun contagio nel nucleo gestito direttamente. Questo dimostra la dedizione e l’impegno costante del personale che, di certo, non merita il trattamento che gli è stato riservato da una gestione che finora ha saputo esprimere solo “chiacchere” nei loro confronti, ma che nei fatti si è dimenticata da quasi un anno di applicare l’accordo decentrato sottoscritto a dicembre 2019.
Ancor più responsabilità stanno nelle “chiacchere” dei politici espresse dal sindaco Tiziano Borghi che continua a dispensare promesse, a dire che ai dipendenti non sarà tolto nulla e non subiranno peggioramenti contrattuali prendendo in giro il personale, ma nel contempo evita però di firmare accordi per rasserenare l’ambiente di lavoro.
Intanto il tempo passa e alle parole di gratitudine si contrappongono le mancate convocazioni dei sindacati di categoria e delle Rsu per corrispondere ai dipendenti anche il meritato riconoscimento per il lavoro svolto con dedizione e cura agli anziani ospiti nel 2020.

Anche l’ultimo episodio ha dell’incredibile. Recentemente, come tutti gli anni in questa stagione, il personale ha espresso il desiderio di essere vaccinato contro l’influenza, a tutela propria e degli Ospiti, purtroppo siamo venuti a conoscenza che l’Ente ha bloccato la campagna vaccinale, perché? Riteniamo questa scelta poco tutelante per la sicurezza degli operatori e degli ospiti stessi, ma ancor peggiore è il proseguo. Infatti, è stata negata al personale la possibilità di incontrarsi per confrontarsi sulle problematiche del contagio all’interno.

In questa situazione, nonostante diverse mail inviate da parte delle organizzazioni sindacali con richiesta di incontro nelle modalità consentite in questo periodo per dar seguito all’erogazione di quanto dovuto per gli anni 2019 e 2020, ci è stato sempre negato il confronto. L’ultima nostra richiesta è del 16 novembre.
Riteniamo che questa situazione sia oltremodo inaccettabile, non si tiene conto dell’impegno, non ci si cura dell’incolumità degli operatori e inoltre non si adempie agli obblighi contrattuali. In questo quadro condanniamo e riteniamo sia da irresponsabili non prendersi a “cuore” quanto sta succedendo.

Le organizzazioni sindacali, unitamente alle Rsu e ai lavoratori proseguiranno pertanto con la mobilitazione già avviata nei mesi scorsi, per rivendicare i diritti basilari di tutela della salute e del rispetto del contratto di lavoro a fronte della totale indifferenza che questo Ente ha nei confronti dei suoi dipendenti, nonostante si stiano prodigando nell’assistenza e tutela degli anziani ospiti
.

 

Riportiamo la lettera ricevuta

“Vi contatto in quanto cittadina di Carpineti (paese in provincia di Reggio Emilia), in merito al fatto del focolaio che si è venuto a creare nella casa di riposo Don Cavalletti. Gli articoli che sono stati pubblicati sulle testate giornalistiche in base alle affermazioni dichiarate dall’amministrazione comunale, sono discutibili. La struttura ASP Don Cavalletti è suddivisa in due nuclei, uno gestito dal pubblico nel quale non si sono verificati casi di Covid-19 e, uno gestito da una cooperativa privata ANCORA nel quale si è formato un focolaio di Covid-19, che ha colpito 22 ospiti e 4 operatori.
Le preoccupazioni che abbiamo noi cittadini sono che, il focolaio potrebbe espandersi anche nell’altro nucleo, quello gestito dal pubblico, in quanto i due nuclei sono adiacenti, nel quale i lavoratori hanno fatto tutto il possibile per seguire le norme igenico sanitarie mantenendo un ambiente sicuro per gli ospiti, ma senza figure e organi competenti a dirigere l’assistenza. Infatti da alcuni mesi manca un direttore e, come figura di riferimento c’è solo il presidente che prende tutte le decisioni, pur non essendo seguito da nessun organo competente in materia di socio-assistenza e, in questo caso in materia di sicurezza per le norme igenico-sanitarie per l’emergenza della pandemia. In questi casi l’amministrazione aveva il dovere di lavorare per mettere figure in grado di guidare e amministrare il personale. Mancano inoltre tutti gli organi per le riunioni delle RSU con i sindacati. Il nucleo pubblico è inoltre sotto organico di infermieri, per la malaorganizzazione dei servizi, lamentando poca stabilità e chiarezza.
Nella prima ondata della pandemia gli operatori sono riusciti a mantenere la struttura fuori da ogni contagio, ma questo merito va ai lavoratori che con passione e dedizione, anche mancando organi competenti sono riusciti a mantenere l’ambiente sicuro e, mentre da come si evince dalle dichiarazioni rilasciate sembra che i meriti vadano tutti all’amministrazione, da parte della quale invece ci sono state grosse mancanze.
Inoltre sempre dalle dichiarazioni rilasciate dall’amministrazione sembra che non ci sia stato nessun caso di ospedalizzazione e decesso, mentre che su una testata giornalistica abbiamo letto la testimonianza di un parente, il quale dichiara che suo zio è deceduto dopo il ricovero in ospedale e, non è stata fatta nessuna dichiarazione in merito dalle autorità locali.
Come cittadini chiediamo chiarezza, trasparenza e, maggiore tutela per tutti, la preoccupazione è tanta soprattutto per gli ospiti dell’ASP Don Cavalletti e per gli operatori, che a casa hanno famiglia e persone deboli e, vogliamo maggior tutela per tutti.
Spero che si possa far luce su questi fatti, vi scrivo per indagare maggiormente.
Cordiali saluti

Una cittadina del comune di Carpineti, Martina Rinaldi”

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