1. CISL
  2. /
  3. Notizie
  4. /
  5. Dai Territori
  6. /
  7. Dai Territori > Emilia...
  8. /
  9. Emilia Romagna. Vecchi buoni...

Emilia Romagna. Vecchi buoni postali: grazie ad Adiconsum risparmiatori recuperano 175 mila euro

Pubblicato il 11 Mar, 2021

11 marzo 2021 – Hanno recuperato complessivamente 175 mila euro i quattordici possessori (sette modenesi e sette reggiani) di buoni fruttiferi postali della serie Q/P che, da inizio anno, grazie ad Adiconsum Emilia Centrale (associazione consumatori della Cisl) hanno vinto i ricorsi contro Poste Italiane, la quale non voleva riconoscere loro per intero i rendimenti indicati sul retro dei titoli. «Con il decreto ministeriale 13 giugno 1986, i rendimenti dei buoni fruttiferi sono stati significativamente ridotti, ma nel periodo compreso tra il primo gennaio 1987 e il 23 giugno 1997 Poste ha emesso buoni della serie Q utilizzando moduli di serie precedenti, in questo caso la P, che riportano sul retro tassi di interesse più alti – spiega l’operatrice Adiconsum Patrizia Barletta – Per ovviare al problema, Poste Italiane ha dunque apposto un timbro sul buono per modificare i rendimenti in conformità con il decreto. Peccato, però, che i tassi di interesse del timbro si fermino al 20 esimo anno e nulla dicano circa il periodo che va dal 21 esimo al 30 esimo anno di possesso». L’Arbitro Bancario e Finanziario, interpellato dall’associazione consumatori della Cisl su quali fossero i tassi da applicare dal 20 esimo anno, ha rilevato un legittimo affidamento dei cittadini sulla validità dei tassi d’interesse riportati sui buoni. Pertanto ha dichiarato che Poste Italiane è tenuta al pagamento in favore del ricorrente degli importi calcolati sulla base delle condizioni riportate sul retro del titolo, oltre al pagamento delle spese della procedura. Se si è in possesso di questa particolare serie di buoni postali, il consiglio di Adiconsum è di non fermarsi nemmeno di fronte al rifiuto sistematico di Poste Italiane di rimborsare secondo i tassi riportati sul titolo, neanche se i buoni sono già stati riscossi. «Gli uffici postali sono tenuti a rilasciare su richiesta le copie dei buoni incassati e la contestazione resta possibile – ricorda Barletta – La differenza tra quanto liquidato dall’ufficio postale e quello a cui si ha diritto è peraltro significativa: per un investimento di 500 mila delle vecchie lire si parla di 2 mila euro, addirittura 21 mila euro per un buono da 5 milioni di lire».

Condividi