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Sardegna. Settore idroelettrico, a rischio centinaia di posti di lavoro e investimenti pianificati dall’Enel. Sindacati: “Disastro annunciato”

Pubblicato il 14 Dic, 2018

Cagliari, 14 dicembre 2018  – “Il settore idroelettrico in Sardegna ripiomba improvvisamente nell’incertezza più totale, mettendo in discussione importanti investimenti già pianificati da Enel e precarizzando circa 100 posti di lavoro diretti e numerosi altri dell’indotto”. Le organizzazioni sindacali di categoria, Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec UIL, denunciano la grave situazione che si verrà a creare a partire dal 1° gennaio 2019 con il trasferimento all’Enas, deciso unilateralmente dalla Giunta regionale, delle dighe Enel del Taloro, del Coghinas e del Flumendosa con annessi gli impianti di produzione di energia elettrica.

“Lo scorso 9 ottobre la Giunta Regionale, senza preavviso, – spiegano le segreterie regionali di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec UIL – ha emanato le delibere per appropriarsi delle dighe Enel del Taloro, del Coghinas e del Flumendosa, con annessi gli impianti di produzione di energia elettrica e trasferirle all’Enas a partire dal 1° gennaio 2019 – evidenziano i rappresentanti sindacali di categoria -. In questo modo la Regione Sardegna ha riavviato una vecchia vertenza che per anni l’ha vista contrapposta ad Enel e che sembrava però essersi appianata attraverso gli accordi fra Regione e Società Elettrica”. Subito dopo l’emanazione della delibera, il 18 ottobre, Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec UIL hanno richiesto un incontro chiarificatore con la Regione Sardegna, ma dopo settimane di inutile attesa l’incontro non è stato ancora convocato. Viceversa, la Regione il 20 novembre 2018 ha emanato i decreti del Presidente della Giunta che procedono nel percorso conflittuale intrapreso che, oltre a centinaia di posti di lavoro, rischia di mandare in fumo gli investimenti programmati dall’Enel sul territorio sardo che solo nel 2019, tra diretti e indiretti, ammontano a circa 8 milioni di euro. Senza contare il fatto che il trasferimento degli impianti all’Enas causerebbe il mancato versamento ai Comuni di circa 4 milioni di imposte locali (IMU). “Come organizzazioni sindacali di categoria esprimiamo il nostro dissenso rispetto a questo modo di fare della Regione Sardegna – commentano i segretari di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec UIL -. Non è certo con azioni di forza come questa che si affrontano adeguatamente le prospettive di sviluppo della nostra Regione, in particolare in un settore come quello elettrico fortemente integrato e che necessita di ingenti investimenti per poter garantire a cittadini e imprese un servizio elettrico di qualità (dalla produzione di energia sino alla vendita della stessa). Non possiamo assistere impassibili ai gravi rischi che queste azioni pongono per la nostra regione e per il settore elettrico, non solo per i lavoratori direttamente interessati ma per il già precario sistema economico regionale. Né possiamo accettare che la Regione Sardegna ignori le legittime richieste dei lavoratori e dei loro rappresentanti. Intendiamo pertanto denunciare alla pubblica opinione questa grave situazione di cui la Regione Sardegna e l’attuale maggioranza si assumerà la responsabilità per le conseguenze che rischia di avere per la nostra isola. La mobilitazione dei lavoratori direttamente interessati è ormai inevitabile per contrastare queste dannose iniziative, assunte peraltro proprio al termine della legislatura regionale: per questo il prossimo 20 dicembre saremo al fianco dei lavoratori in presidio a Villa Devoto per manifestare alla Regione Sardegna la nostra preoccupazione” concludono le segreterie Regionali.

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