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Toscana. Scuola, Cisl: “Penalizzato il personale ‘fragile’. Diecimila in Toscana rischiano decurtazioni di salario e perfino il licenziamento”

Firenze, 5 marzo 2021 – A causa della pandemia ci sono 10 mila lavoratori e lavoratrici nella scuola toscana che sono stati o potrebbero essere messi a casa perché ritenuti ‘soggetti fragili’ e che per questo stanno già subendo decurtazioni di stipendio, che diventeranno sempre più pesanti, fino al rischio del licenziamento.
A dare un dimensione nella nostra regione al problema (che è nazionale e riguarda sia il personale docente che quello non docente) sono il segretario generale aggiunto della Cisl Toscana, Ciro Recce e il segretario Cisl Scuola Toscana, Roberto Malzone.
“Siamo preoccupati – dicono Recce e Malzone – che la giusta tutela dei soggetti fragili non si traduca per loro in una penalizzazione pesante dal punto di vista salariale; queste persone sono state messe a casa o potrebbero esserlo in qualunque momento, dai medici competenti incaricati dalle rispettive scuole, per ragioni di sicurezza, ma non hanno alcuna colpa se non quella di essere, appunto, persone con qualche patologia.”
Secondo i dati della Cisl Scuola quasi il 20% del personale ATA (in Toscana circa 2000 persone su un organico di 11 mila) ed il 17% di quello docente (poco meno di 8000 persone su circa 46 mila della pianta organica di diritto) è individuato come ‘soggetto fragile’ e in numerosi casi già le scuole, su indicazione medica, hanno deciso di esonerarli dal lavoro. Le regole contrattuali prevedono per loro lo stipendio pieno per nove mesi di assenza nell’arco di tre anni (quindi chi ha già fatto assenze per patologie, anche gravi, negli ultimi tre anni parte già con un periodo più breve a disposizione), poi il salario scende al 90% per tre mesi e si riduce al 50% per altri sei mesi; dopodiché possono essere anche licenziati.
“Regole pensate per tempi ‘normali’ ma che vanno adeguate alla pandemia che stiamo vivendo” dicono Recce e Malzone; “per questo chiediamo anche alle istituzioni toscane e all’Ufficio scolastico regionale di sollecitare, con noi, il governo affinché si trovi una soluzione, non considerando il periodo di assenza dovuto al Covid dal computo generale.”

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