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Rapporto annuale Economia circolare e nuove strategie UE

Lo scorso 5 aprile è stato presentato dalla Fondazione sviluppo sostenibile il Rapporto sull’Economia Circolare in Italia 2021, a cura del Circular Economy Network in collaborazione con ENEA. Nella presentazione di sintesi, il Presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile, Edo Ronchi, ha evidenziato che purtroppo dal 2015 al 2021 i consumi di materiali sono cresciuti di circa il 13%, con una crescita annua dell’1,9% e che tra il 2018 e il 2020 il tasso di circolarità globale è sceso dal 9,1% all’8,6%.
L’Italia, dal 2019 al 2021, ha visto un aumento delle importazioni di materiali metallici, fossili e biomasse, con una riduzione dei soli minerali.È evidente che occorre fare un grande sforzo verso l’economia circolare, la quale consentirebbe una diminuzione della dipendenza dall’estero, questione che in questo momento si è rivelata più cruciale di quanto si potesse pensare.
Nel valutare la performance e le potenzialità dell’economia circolare in Italia, il Rapporto conferma l’Italia al primo posto tra i paesi europei, anche se la Germania sta dimostrando una crescente attenzione sul tema, recuperando posizioni rispetto a diversi parametri di valutazione, che sono stati i seguenti:
1. Il riciclo complessivo dei rifiuti;
2. Il tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo;
3. La produttività delle risorse;
4. Il rapporto fra la produzione dei rifiuti e il consumo di materiali;
5. La quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo totale lordo di energia;
6. L’attività della riparazione;
7. Il consumo di suolo.
Dopo la presentazione generale del Rapporto vi è stato un approfondimento relativo alla simbiosi industriale, curato da Roberto Morabito, responsabile del Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali dell’ENEA e referente della piattaforma italiana per l’economia circolare, ICESP, a cui partecipa anche la Cisl. La simbiosi industriale potrebbe rappresentare un’importante leva di sviluppo per l’economia circolare, consentendo la chiusura dei cicli a vari livelli sul territorio: all’interno di un impianto produttivo; in aree industriali, urbane, turistiche, rurali; lungo l’intera catena di valore di prodotti e materiali. Inoltre garantirebbe consistenti risparmi sia sull’acquisto delle materie prime che su altre voci come i costi legati allo smaltimento e altro.
A chiusura delle presentazioni Giacomo Vigna del Mise ha ripercorso le strategie nazionali sull’economia circolare.
Sempre sull’economia circolare qualche giorno prima, il 30 marzo, la Commissione europea ha presentato un pacchetto di proposte nell’ambito del Green Deal Europeo (leggi il comunicato della Commissione europea) e del piano d’azione per l’economia circolare per alzare l’ambizione dell’UE e fare in modo che i prodotti sostenibili diventino la norma di mercato, circolari ed efficienti sotto il profilo energetico lungo l’intero ciclo di vita, dalla fase di progettazione durante l’utilizzo quotidiano, al riciclo e al loro fine vita.
Il nuovo pacchetto di proposte europeo include: la comunicazione quadro; nuove norme sull’ecodesign ed etichettatura energetica comprensiva di una proposta di regolamento e un piano di lavoro per il periodo 2022-2024; una strategia per i prodotti tessili sostenibili e circolari; la revisione del regolamento sui prodotti da costruzione; una proposta di Direttiva per la responsabilizzazione dei consumatori e la protezione dal greewashing.
In allegato alcuni materiali relativi alla presentazione del Rapporto annuale sull’economia circolare ed il comunicato stampa della Commissione europea e la sintesi del Rapporto

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