1. CISL
  2. /
  3. Notizie
  4. /
  5. Notizie > Ambiente, Energia,...
  6. /
  7. Terzo Rapporto sul Dissesto...

Terzo Rapporto sul Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità ed indicatori di rischio

E’ stata pubblicata dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale(ISPRA) e dal Sistema Nazionale per la protezione dell’Ambiente (SNPA) la terza edizione del “Rapporto sul Dissesto idrogeologico in Italia: Pericolosità ed indicatori di rischio”,  che fornisce il quadro di riferimento nazionale sulla pericolosità associata a frane, alluvioni e sull’erosione costiera dell’intero territorio italiano. Aumenta nel 2021 la superficie nazionale potenzialmente soggetta a frane e alluvioni: l’incremento sfiora rispettivamente il 4% e il 19% rispetto al 2017. Quasi il 94% dei comuni italiani è a rischio dissesto e soggetto ad erosione costiera e oltre 8 milioni di persone abitano nelle aree ad alta pericolosità. Segnali positivi per le coste italiane: dopo 20 anni, a fronte di numerosi interventi di protezione, i litorali in avanzamento sono superiori a quelli in arretramento.

Le regioni con i valori più elevati di popolazione che vive nelle aree a rischio frane e alluvioni sono Emilia-Romagna (quasi 3 milioni di abitanti a rischio), Toscana (oltre 1 milione), Campania (oltre 580 mila), Veneto (quasi 575 mila), Lombardia (oltre 475 mila) e Liguria (oltre 366 mila).

Gli incontri sul tema fatti dalla Cisl fino ad oggi con tutte le USR, UST e le federazioni interessate propedeutici al coordinamento nazionale che verrà programmato a breve, hanno rappresentato un momento per riflettere, discutere, pianificare e programmare adeguate azioni e strategie sindacali in materia, partendo soprattutto dai problemi e dalle criticità riscontrate sui singoli territori e che sono comuni e simili a quelle riscontrate nei rapporti con le amministrazioni sia centrali che locali.

Benché le cause siano giustamente riconducibili alla morfologia del territorio, ai cambiamenti climatici e al consumo di suolo, c’è un aspetto altrettanto rilevante da considerare: la mancanza di prevenzione. È necessaria una costante ricognizione e messa in sicurezza del territorio. Quello che sosteniamo è che quando si parla di sostenibilità e sviluppo sostenibile lo si deve fare a partire dalla tutela dell’ambiente. Non si possono più utilizzare i finanziamenti europei o nazionali che siano, solo a valle delle dichiarazioni di stato di emergenza delle regioni in cui avvengono i disastri. La tutela dei lavoratori e delle lavoratrici, che sono cittadini, deve avvenire, in primis, a partire dai territori nei quali risiedono e lavorano. È inutile finanziare con il PNRR la rimozione dell’amianto e l’installazione di pannelli solari sul tetto di capannoni e industrie, se poi quegli edifici sono ubicati in territori fragili e a rischio.


Condividi