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La proposta della Cisl per un nuovo modello contrattuale: “Migliorare le performance di impresa, migliorare il salario”

Pubblicato il 21 Lug, 2015

La Cisl ritiene che il ruolo delle parti sociali sia indispensabile in un paese moderno per la realizzazione di un modello di democrazia diffusa e rispondente ai principi costituzionali che affermano il lavoro come elemento fondante della nostra repubblica. L’impresa e il lavoro sono l’asse costituente del nostro sistema economico e sociale ed i soggetti su cui costruire le prospettive di sviluppo e di benessere nel superamento di questa crisi che occorre sconfiggere. La regolazione dei rapporti di lavoro nell’ambito delle imprese e la certezza delle regole della rappresentanza delle parti sociali sono elementi centrali per il nostro sistema paese. In questo quadro il sindacato confederale ha unitariamente avviato – attraverso un processo di autonoma definizione con le organizzazioni imprenditoriali – un sistema di regole della rappresentanza che è impegnato a portare a compimento in tutti i settori in tempi brevi. In questo ambito sono state anche recuperate – a parziale superamento degli accordi del 2008/2009 sul nuovo modello contrattuale – le regole fondamentali delle relazioni sindacali che hanno consentito un esercizio della contrattazione come strumento fondamentale della gestione della crisi e con un livello di tenuta superiore a quello di molti paesi europei in cui la contrattazione è stata considerata come “un lusso non consentito in tempi di crisi”. Oggi occorre un progetto nuovo e coraggioso capace di fare delle relazioni sindacali e della contrattazione, non solo uno strumento (di per sè importantissimo) di tutela del lavoro, ma un vero e proprio volano di sviluppo economico e sociale, capace di rilanciare la produttività e la competitività delle imprese attraverso la valorizzazione anche economica del lavoro e scelte strategiche innovative nella produzione, nei servizi e nella pubblica amministrazione. Questa è a nostro avviso la scelta realistica per tornare a far crescere un’occupazione di qualità. Per queste ragioni la CISL presenta le proprie proposte per un nuovo modello contrattuale, aperta al confronto con le altre organizzazioni sindacali e con le organizzazioni imprenditoriali, chiedendo, nel contempo, al governo di favorire un percorso di autonoma determinazione tra le parti sociali. Questo è, non solo fattore di pratica democratica diffusa, ma sicuramente più rispondente alla necessità di trovare soluzioni condivise e mirate alle caratteristiche dei singoli contesti.

Questi i filoni su cui attuare questo progetto:

  1. Un contratto nazionale più votato alle tutele generali normative e salariali e alla governance del sistema di relazioni e meno alle normative di dettaglio. In questo quadro il contratto nazionale fissa i minimi salariali in alternativa al salario minimo di legge e promuove la previdenza complementare. L’obiettivo centrale è la tutela del potere di acquisto dei salari anche alla luce delle attese inflazionistiche nell’Eurozona.
  2. Un rafforzamento della contrattazione di secondo livello aziendale e territoriale da attuarsi attraverso un trasferimento di competenze dal contratto nazionale sulle materie che si gestiscono in azienda e sul territorio.
  3. La spinta alla pratica della contrattazione per innovare l’organizzazione del lavoro orientata alla produttività ed alla qualità.
  4. L’istituzione di un significativo salario di garanzia da corrispondere ai lavoratori delle aziende in cui non si fa contrattazione di secondo livello, come La diffusione del welfare contrattuale a livello di azienda e di territorio come risposta ai bisogni sociali delle persone e come fattore di fattibilità per gestire i tempi di lavoro in modo più flessibile nella ricerca della conciliazione tra esigenze delle aziende e delle persone.
  5. La partecipazione dei lavoratori, sia nella condivisione delle scelta d’impresa attraverso strumenti efficaci di informazione e consultazione, sia nella valorizzazione del loro “sapere organizzativo” orientato all’innovazione dell’organizzazione del lavoro. 
  6. La promozione della professionalità responsabile che valorizza il lavoratore promuovendone e riconoscendone il ruolo oltre la rigidità delle mansioni in termini di polivalenza e polifunzionalità.
  •  Il rafforzamento della formazione continua attraverso il miglioramento della normativa delle 150 ore ed il sostegno economico con la decontribuzione delle ore impiegate. La valenza strategica della formazione richiede la creazione della figura del delegato aziendale alla formazione.
  • Un progetto di formazione congiunta, attraverso iniziative che mettono insieme management e delegati sindacali, per promuovere congiuntamente un nuovo corso di relazioni industriali basato sulle conoscenze comuni e orientato alla trasparenza ed alla proposta.

  7. La gestione contrattuale delle misure del Jobs Act orientata al contrasto del falso lavoro autonomo, contro l’abuso delle partite IVA e la gestione mirata delle deroghe previste anche recuperando le tutele preesistenti per il lavoro a progetto.

  • La promozione delle politiche attive del lavoro a partire dall’integrazione tra sistema pubblico e privato dei servizi al lavoro, promuovendo i percorsi di ricollocazione e di passaggio da lavoro a lavoro e riducendo il ricorso agli ammortizzatori sociali.

Al Governo la CISL chiede di sostenere un progetto di riforma della contrattazione orientato alla competitività attraverso la valorizzazione del lavoro ripristinando gli incentivi finalizzati ad una contrattazione di qualità attraverso le agevolazioni fiscali e contributive.

Vai al testo integrale della proposta (file pdf)

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