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Resoconto della riunione sul Pnrr con Ministro Fitto

Pubblicato il 21 Nov, 2022

Si è svolto il 16 novembre un incontro tra sindacati e il Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, per un primo confronto sui temi legati al PNRR.

In apertura il Ministro Fitto ha sottolineato la necessità di collegare l’avanzamento dei finanziamenti del PNRR con la programmazione dei fondi europei e del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC), e a fronte dei dati disponibili, che registrano per la programmazione 2014-2020 delle percentuali di spesa piuttosto basse (54% per i fondi strutturali e 12% per il FSC) ha dichiarato di aver sollecitato tutti i Ministeri e tutte le Regioni coinvolti ad effettuare una puntuale ricognizione della situazione entro il mese di novembre, a fronte dell’ inizio della nuova programmazione 2021-2027.
Il Ministro ha poi dichiarato che il Governo intende rinforzare il ruolo attivo e propulsivo della Cabina di Regia per la governance del PNRR, al fine di sollecitare, tramite approfondimenti settoriali con i Ministeri e con le Regioni, la messa a terra degli investimenti e al fine di supportare la capacità di spesa degli stessi.
A fronte del mutato quadro economico e finanziario, causato dalla pandemia covid, dalla guerra tra Russia e Ucraina e dalla crisi energetica in atto, il Ministro ha richiamato l’opportunità di effettuare alcune modifiche al PNRR, anche utilizzando le opportunità offerte dal Piano Repower EU, che ha l’obiettivo di assicurare la diversificazione delle forniture e accelerare la transizione verso le fonti rinnovabili.

La CISL in premessa ha espresso apprezzamento per l’iniziativa del Ministro, ritenendo condivisibile e strategica la scelta effettuata dal Governo di individuare un Ministero “ad hoc” con delega specifica sul PNRR, per di più in stretta connessione con le altre deleghe degli Affari Europei, del Sud e delle Politiche di Coesione.
Questo, a nostro parere, favorirà un’attenzione specifica e mirata sul PNRR, che, per le trasversalità tematiche che lo caratterizzano, andrà necessariamente monitorato, oltre che per le aree tematiche inerenti le singole missioni, anche secondo una logica complessiva e di sistema.

Inoltre, l’individuazione di un Ministero specifico, dovrà favorire, secondo il nostro auspicio, l’interlocuzione e il confronto con le parti sociali, costituendo un ulteriore canale oltre quello già proficuamente avviato attraverso il Tavolo per il partenariato economico, sociale e territoriale, secondo una logica di governance partecipata del PNRR da noi fortemente sostenuta.
Per tale via sarà inoltre rinforzato il rapporto collaborativo con la Cabina di Regia, organismo governativo deputato alla governance del PNRR.

Nel merito della posizione da noi espressa, abbiamo richiamato l’importanza che attribuiamo al PNNR, strumento di assoluto rilievo per la ripresa, la crescita, lo sviluppo e l’occupazione nel nostro Paese e la valutazione in linea generale positiva sulle tempistiche dell’attuazione delle riforme e degli interventi in esso previsti, che hanno finora consentito l’ erogazione del prefinanziamento di 24,9 mld, l’erogazione della prima e della seconda tranche di finanziamenti di 21 mld ciascuna, a fronte del raggiungimento degli obiettivi previsti (51 obiettivi per la prima, 45 obiettivi per la seconda).

Abbiamo anche ribadito che, stante l’attuale situazione economico-finanziaria del Paese, condizionata anche dagli esiti incerti del conflitto russo-ucraino, riteniamo possibili alcuni aggiustamenti del tiro (ad es. una revisione prezzi nelle gare d’appalto per la realizzazione delle opere previste, dovuta all’ aumento del costo dell’energia e delle materie prime), ma respingiamo fermamente ipotesi di una revisione complessiva del PNRR stesso di cui confermiamo pienamente la validità dell’impianto, delle riforme e degli interventi previsti.

Abbiamo espresso la nostra posizione favorevole ad un modello di governance partecipata del PNRR che preveda il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali sui temi del lavoro, della resilienza dei sistemi socioeconomici, dell’attuazione dei diritti sociali in quanto la capacità del Piano di avere un impatto positivo in termini occupazionali e sociali è ai primi posti nella valutazione della Commissione europea.
In tal senso abbiamo richiamato il Protocollo per la partecipazione e il confronto nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sottoscritto da Cisl Cgil e Uil e dal Governo precedente nel dicembre 2021, nato dal confronto continuo, fortemente voluto dalle OO.SS., con la Presidenza del Consiglio, per assicurare alle parti sociali un ruolo attivo e propositivo nella complessa fase dell’attuazione dei progetti, delle riforme e degli investimenti del PNRR.
Abbiamo anche valorizzato l’esperienza fino ad oggi condotta presso il Tavolo per il partenariato economico sociale e territoriale che ci vede fortemente impegnati nella delicata fase di attuazione delle 6 Missioni e delle 3 Azioni trasversali del PNRR.

Le riunioni del Tavolo hanno visto sempre la partecipazione della CISL, la quale ha rappresentato le proprie istanze sulle diverse tematiche di volta in volta esaminate, inerenti le riforme ed i progetti relativi a tutte le 6 Missioni del PNRR e alle 3 Azioni Trasversali: la semplificazione amministrativa, il lavoro pubblico, l’ occupazione in particolare di giovani e donne, la transizione ecologica, le infrastrutture e la mobilità sostenibile, l’ innovazione tecnologica e la digitalizzazione, il mezzogiorno, l’ istruzione e formazione, la salute.
Abbiamo quindi valutato positivamente la partecipazione collaborativa e propositiva al Tavolo, su tutte le tematiche affrontate, abbiamo evidenziato l’esigenza che i progetti e le riforme del PNRR debbano sempre rispettare forti condizionalità sociali, vincolando l’erogazione delle risorse del Piano:

  • ad incrementi occupazionali netti, specialmente per giovani e donne;
  • al sostegno per le aree deboli;
  • ad interventi per la sicurezza sul lavoro;
  • alla garanzia di un piano di giusta transizione centrato sul lavoro;
  • all’ applicazione dei CCNL leader per i lavoratori impiegati nei cantieri del PNRR;
  • alla stabilizzazione professionale del personale assunto a tempo determinato per l’attuazione del PNRR.

Tra i problemi aperti che abbiamo segnalato al Ministro, ricordiamo:

1 la questione del personale, essendo i lavoratori e le lavoratrici elemento portante di qualsiasi processo di riforma sarà fondamentale mettere in campo politiche mirate a favorire le assunzioni/stabilizzazioni oltre una adeguata formazione del~personale, non solo a livello nazionale ma anche a livello territoriale e di amministrazione decentrata

2 L’importanza di una valutazione complessiva delle numerose tematiche affrontate dalle riforme, dai progetti e dagli interventi previsti dal PNRR, sottolineando la necessità di procedere all’ attuazione di quanto previsto in tutte le 6 Missioni favorendo un approccio interconnesso ed interrelato alle tematiche che necessariamente sono affrontate da due o più Missioni, valga per tutti lo stretto rapporto tra quanto previsto nella Missione 5 – Inclusione e Coesione e la Missione 6 – Salute

3 Il tema della sanità così come declinato nella Missione “Salute”, nelle Componenti 1 e 2, richiamando, dopo la sfida del Covid, un forte impegno da parte di tutti per ricostruire una solida stabilità strutturale del sistema sanitario, in un contesto di “effettivo” equilibrio tra la rete ospedaliera, la rete dei servizi territoriali ed emergenza – urgenza, cura e riabilitazione, e tra risposte sanitarie e sociali.
Riteniamo, quindi, fondamentale e prioritaria l’attuazione del~Dm 77/2022 su “Modelli e standard sullo sviluppo della medicina territoriale”, cui è seguita la firma dei CIS tra Ministero della Salute Regioni e Province Autonome.
Abbiamo quindi rappresentato al Ministro preoccupazione per la possibilità di un ripensamento sul DM 77, perché si rischierebbe di non centrare gli obiettivi fissati nel PNRR nei tempi indicati mettendo a rischio l’erogazione delle risorse finanziarie.
Sul DM 77 abbiamo avuto modo di esprimere condivisione, pur senza tralasciare di manifestare le nostre preoccupazioni su alcuni punti importanti senza i quali l’intero processo rischia di fallire, ed in particolare sulla delicata questione del personale.

4 Il rafforzamento della governance territoriale del PNRR, attraverso la rapida attivazione di tavoli di partenariato territoriali e settoriali, a fronte del fatto che circa il 36% delle risorse del PNRR sono affidate a Regioni, Province, Comuni, Città metropolitane o altre amministrazioni locali e che il coinvolgimento degli enti territoriali attraversa le 6 Missioni del Piano, con una particolare concentrazione nell’area della Missione 5 – Inclusione e Coesione, destinata prevalentemente ai Comuni, e nell’area della Missione 6 – Salute, destinata quasi esclusivamente alle Regioni.
Ad oggi riscontriamo diversi ritardi nella costituzione dei Tavoli di Partenariato Territoriali, poche regioni hanno sottoscritto i Protocolli Territoriali.
Abbiamo quindi segnalato al Ministro che Cisl, Cgil e Uil hanno aperto recentemente un confronto con ANCI finalizzato alla stesura di un protocollo per la governance territoriale partecipata del PNRR in ambito locale, per affrontare e risolvere i problemi suddetti.

5 Delicatissimo quindi continua ad essere per la CISL il tema del Mezzogiorno sul quale intravvediamo qualche debolezza già sui primi bandi, strumenti sui quali è opportuno effettuare attente valutazioni, considerando l’eventualità di una loro integrazione/ sostituzione con un set di indicatori socio-economici che consentano una maggiore aderenza alle realtà territoriali.
Abbiamo sostenuto che il tema dello sviluppo meridionale è snodo essenziale della politica economica del Paese, uno dei pilastri di una strategia che abbia al centro la destinazione reale del 40% dei fondi per gli investimenti territoriali del PNRR e l’utilizzo sinergico e coordinato delle risorse nazionali del Fondo Sviluppo Coesione e degli altri strumenti messi a disposizione dall’Europa.

6 Altro aspetto problematico dell’attuazione del PNRR che riguarda prevalentemente il Mezzogiorno, ma non solo, è la scarsa capacità realizzativa a livello locale, evidente soprattutto per la realizzazione delle infrastrutture; andranno quindi potenziate le amministrazioni locali investendo sull’ implementazione del personale e sulla sua formazione, realizzando sinergie tra Governo ed Anci.

7 Abbiamo poi evidenziato come l’adozione da parte dei Ministeri di scelte discrezionali per i criteri e le modalità di scelta dei progetti da finanziare è un altro errore da non commettere, soprattutto in assenza di una regia unitaria e senza riferimenti alle diverse situazioni locali, aspetto che sta portando ad evidenti sperequazioni che non riguardano soltanto il Mezzogiorno e i comuni di piccole dimensioni.

Il Ministro nella replica conclusiva ha iniziato a dare indicazioni su alcune delle sollecitazioni che gli sono state rivolte, quali: la necessità di riaprire il confronto sulla riforma del Codice degli appalti; la necessità di rivedere l’analisi del contesto economico effettuata nel 2019 ai fini della programmazione 2021-2027; il rilancio del tema della responsabilizzazione delle amministrazioni meridionali per garantire che la percentuale del 40 % delle risorse del PNRR destinate al Mezzogiorno non divenga sostitutiva della spesa corrente; la necessità di attivare presso tutte le amministrazioni coinvolte nella gestione del PNRR delle strutture con personale formato e specializzato nell’ utilizzo delle risorse.
Da ultimo il Ministro ha ribadito il forte intendimento del Governo ad attivare rapidamente un confronto di merito e sostanziale, settore per settore e Ministero per Ministero, con il pieno coinvolgimento delle parti sociali, non appena sarà completata la ricognizione sulle risorse dei fondi di coesione e del FSC, per poter effettuare al meglio le valutazioni inerenti le risorse e gli investimenti del PNRR.

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