Il tema delle aggressioni al personale sanitario, socio sanitario, ausiliari e di assistenza e cura è purtroppo tragicamente salito agli onori della cronaca negli ultimi anni, facendo dimenticare tutto quello che questo personale ha, con dedizione, fatto durante l’emergenza pandemica e tutto quello che quotidianamente viene messo in campo per garantire nel Paese il diritto alla salute.
Da tempo la Cisl è impegnata in un percorso di confronto con il Governo che porti ad inasprire le pene nei confronti di chi commette questi reati e di incremento delle azioni che anche le Aziende Sanitarie sono chiamate a fare, sia per rafforzare la sicurezza del personale, sia per sostenere le denunce e le conseguenti azioni legali.
Con la recente approvazione della legge di conversione del D.L. 137/2024 recante “Misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, socio-sanitari, ausiliari e di assistenza e cura nell’esercizio delle loro funzioni nonché di danneggiamento dei beni destinati all’assistenza sanitaria”, in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, si compie un ulteriore passo in questa direzione, dopo i primi interventi di modifica del codice penale introdotti dall’ art. 16 del DL 34/2023 e dal D.Lgs. 31/2024.
La norma interviene modificando sia alcune disposizioni del codice penale (art. 1) sia del codice di procedura penale (art. 2).
Nello specifico l’art. 1 estende le pene previste nei confronti di chi aggredisce il personale sanitario, socio sanitario e attività ausiliarie alle funzioni di cura, assistenza e soccorso, anche a coloro che svolgono servizi di sicurezza complementare, prevedendo la reclusione da uno a cinque anni e la multa fino a €. 10.000.
Inoltre ampia il concetto prevedendo che tali pene si applicano a chiunque, all’interno o nelle pertinenze di strutture sanitarie, socio-sanitarie residenziali e semiresidenziali, sia pubbliche che private distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili mobili o immobili altrui presenti nella struttura o comunque destinate al servizio sanitario o socio-sanitario.
Se il fatto è commesso da più persone riunite la pena viene aumentata.
L’ art. 2, che possiamo considerare il cuore del provvedimento, introduce il reato di lesioni personali specifico per il personale sanitario, socio sanitario e a chiunque svolge attività ausiliarie ad essa funzionali.
Inoltre, in coerenza con le modifiche apportate all’art. 1 in sede di conversione, amplia la sfera di perseguibilità non solo per chi aggredisce le persone tutelate ma anche per chi danneggia o distrugge beni mobili ed immobili, prevedendo l’arresto in flagranza differita.
Come Cisl esprimiamo soddisfazione per questo ulteriore avanzamento del corpus normativo che fa proprie alcune nostre sollecitazioni e restiamo impegnati affinché anche le ulteriori proposte, a partire dall’esigenza di aggiornare i DVR aziendali ai sensi dell’art. 18 del Dlgs. 81/2008 con la richiesta di prevedere una specifica valutazione del rischio aggressione per le diverse categorie operanti all’interno delle aziende sanitarie, l’obbligatorietà della segnalazione alla Procura da parte delle strutture sanitarie, l’obbligatorietà della costituzione di parte civile da parte delle stesse e dell’ente Regione, la previsione del danno all’immagine per l’azienda e del danno esistenziale per il sanitario, trovino spazio in prossimi provvedimenti di legge.
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