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Mezzogiorno. Furlan: “Occorre fare di più: se non cresce il Sud non cresce tutto il paese”

Pubblicato il 27 Lug, 2016

Lamezia T., 27 luglio 2016. “Apprezziamo gli sforzi che sta facendo il Governo, ma occorre fare molto di più per le regioni del Mezzogiorno con un piano straordinario per l’occupazione dei giovani e con una fiscalità di vantaggio che incentivi gli investimenti in innovazione, ricerca, qualità dei prodotti e dei servizi”. Così la Segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan, oggi in Calabria per il Consiglio generale della Cisl regionale. “La Cisl ha fatto proposte precise in questi mesi: bisogna fare un grande patto tra lo Stato, le Regioni e le parti sociali per rendere strutturale il credito d’imposta e la defiscalizzazione per i neo assunti, far decollare un piano straordinario di infrastrutture nei settori dei trasporti, dell’energia pulita, della banda larga, la tutela del territorio, rendere immediatamente spendibili i fondi strutturali europei con un monitoraggio serio delle opere da realizzare e con una accelerazione dei patti firmati dal Governo con le regioni del Sud. E poi c’è il tema della legalità. La magistratura e le forze dell’ordine hanno tutto il nostro appoggio e la nostra solidarietà nella difficile opera di bonifica del territorio calabrese e del Sud da ogni fenomeno di illegalità e di infiltrazione della malavita nella vita pubblica. Lo sviluppo, gli interventi fiscali per favorire gli investimenti e la sicurezza del territorio devono camminare insieme. Non c’è un prima ed un dopo. Per questo bisogna rafforzare gli organici e potenziare i mezzi tecnologici. La lotta alle organizzazioni criminali deve esser una priorita’ delle istituzioni con una grande alleanza con le parti sociali e la società civile”.
“Con il Governo dobbiamo parlare degli interventi sul lavoro, la gestione degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive in modo particolare nelle aree di crisi ma in generale in tutto il Paese e rivedere anche strumenti che stanno davvero diventando dannosi come, ad esempio, un utilizzo smodato, ingiustificato dei voucher”. “Noi – ha aggiunto – abbiamo avuto questa esplosione dell’utilizzo dei voucher che erano pensati come un elemento di assoluta straordinarietà e non certo per un utilizzo così smodato, in modo particolare nei settori come l’edilizia e l’agricoltura. Troppo spesso il voucher diventa di fatto sostitutivo di un rapporto dipendente a tempo determinato e troppo spesso è un modo per mascherare il lavoro nero. Quindi è evidente che vanno rimesse le mani su questo aspetto anche per creare condizioni di legalità nel nostro Paese”. 

La Segretaria ha poi approfondito il tema caldo delle pensioni. “Quali risposte diamo ai nostri pensionati ed alle nostre pensionate? Le pensioni che hanno di fatto un blocco della rivalutazione ormai da tanti anni è assolutamente insopportabile. Anche la perequazione tra l’aria della non tassazione tra i lavoratori ed i pensionati deve essere assolutamente uguale. Quindi, vi sono diversi tasti che dobbiamo toccare in questa vicenda e sono tutti assolutamente importanti”. “Certo bisognerà, poi, trovare una risposta anche in base alle risorse che saranno necessarie per queste operazioni, ma credo che finalmente attraverso un confronto molto serio che si sta avendo con il Governo si possa riuscire finalmente a trovare risposte a queste emergenze”.

“E’ assolutamente necessario creare le condizione di flessibilità di uscita. Il grave errore della legge Fornero è aver portato tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici prima a 66, poi a 67 anni con l’aspettativa di vita anche oltre l’età pensionistica a prescindere dalla condizione soggettiva e del lavoro che si fa”.
“Dobbiamo trovare – ha aggiunto – una capacità di sintesi nella flessibilità di uscita, ma anche nel riconoscere l’onerosità, l’usura che hanno determinati lavori. Si tratta di una operazione complessa ma assolutamente indispensabile anche perché un Paese che ha oltre il 40% dei giovani disoccupati non può immaginare di tenere tutti a prescindere dal lavoro e dalle condizioni sino a 66, a 67 e poi oltre anni di età sul loro posto di lavoro”. 

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