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A Bruxelles la ‘Marcia per un’Europa più equa per i lavoratori’. Sbarra: “Far ripartire l’Europa della solidarietà e del lavoro per rilanciare lo sviluppo e arginare velleitari sovranismi”

Pubblicato il 26 Apr, 2019

Striscione manifestazione BruxellesBruxelles, 26 aprile 2019 – “L’Europa politica, sociale e contrattuale è oggi l’unico sbocco per orientare in senso progressivo le grandi transizioni in atto, per stabilizzare e pacificare il contesto internazionale e garantire alle persone che lavorano dignità, tutele e diritti. C’è un cammino da far ripartire, un percorso verso l’integrazione da rinvigorire, a cominciare dalle elezioni di maggio”. Lo ha detto Luigi Sbarra, Segretario generale aggiunto del sindacato di via Po, intervenendo a Bruxelles in rappresentanza di Cgil Cisl e Uil in occasione della “Marcia per un’Europa più equa per i lavoratori”, organizzata dalla Confederazione europea dei sindacati (Ces).
“Le grandi dinamiche mondiali in atto, l’incalzante globalizzazione, le crescenti spinte centrifughe sulla società, ci chiamano alla costruzione di un’Unione forte, rappresentativa, integrata, pienamente e compiutamente democratica. Una Comunità dei popoli, solidale, coesa nel lavoro, negli investimenti, nella contrattazione, nel welfare. È solo dentro questo progetto che possiamo generare uno sviluppo equo, arginando nazionalismi e sovranismi che conducono solo all’isolamento e alla marginalità dei singoli Stati”.
“Solo in una dimensione realmente comunitaria possiamo fronteggiare il dumping salariale che si affaccia nel villaggio globale, pesare sulla bilancia dei rapporti industriali e commerciali, innalzare politiche sociali, innovazione e produttività, incrementando tutele dei lavoratori, opportunità delle nuove generazioni e qualità della vita di chi è in pensione. Ma tutto questo richiede la ripartenza di un progetto che negli anni si è andato indebolendo, stretto da una crescente finanziarizzazione dei mercati e dall’ottusa miopia di istituzioni tecnocratiche e sorde alle esigenze delle persone, dell’economia reale e del lavoro, di milioni di giovani e pensionati”.
“Ecco perché come Ces siamo qui ad unire le nostre bandiere, consapevoli delle responsabilità che ci derivano dal rappresentare milioni di lavoratori europei, donne e uomini del lavoro , giovani e anziani che vogliono partecipare alla costruzione di una comunità unita, orizzonte di pace e di sviluppo nel nostro continente e faro di democrazia in tutto il mondo”.

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