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Lavoro. Furlan in visita stabilimento Coca Cola a Verona: “Il compito del sindacato è tutelare i lavoratori e favorire questi investimenti produttivi”

Pubblicato il 22 Feb, 2017

22 febbraio 2017- “Il Veneto come tutto il resto del paese ha bisogno di investimenti moderni e produttivi come ha fatto da tanti anni anni la Coca Coca a Nogara in provincia di Verona, dove il contributo delle lavoratrici e dei lavoratori è oggi fondamentale per la qualità della produzione”. Lo ha detto oggi la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan, che nell’ambito della fase congressuale della Cisl e delle tante iniziative sui luoghi di lavoro e sui territori, ha visitato oggi insieme a una delegazione della Fai Cisl, guidata dal leader nazionale Luigi Sbarra, lo stabilimento della Coca-Cola di Nogara, in provincia di Verona, uno dei più grandi stabilimenti in Europa. “Il compito del sindacato è quello di tutelare i lavoratori e di favorire questi investimenti nel pieno rispetto delle garanzie e dei diritti contrattuali”, ha detto la numero uno del sindacato di via Po che ha incontrato la dirigenza ed i lavoratori dell’impianto, sottolineando “l’importanza di un investimento e di un modello produttivo in grado di coniugare strategia globale, innovazione, qualità ed esigenze di sviluppo del territorio. Un modello che la Cisl intende salvaguardare e riproporre in altre aree del paese, puntando su relazioni industriali sempre più partecipative, per favorire ulteriori investimenti produttivi e l’occupazione per i giovani”. Da parte sua, Luigi Sbarra ha evidenziato come Coca-Cola sia, nella sue varie articolazioni societarie,”una multinazionale ben radicata nel nostro Paese che fonda il proprio successo sulla capacità di coinvolgere tante filiere locali e di valorizzare l’apporto di lavoro di qualità, riconoscendo alla contrattazione un ruolo fondamentale nelle dinamiche d’impresa”. Questa vocazione, ha aggiunto il leader Fai, “garantisce innovazione e competitività, frutto di una politica attenta alle ragioni del lavoro ben formato, retribuito, tutelato”. Strumento centrale in questa sfida è il nuovo contratto collettivo dell’industria alimentare che garantisce uno sblocco di oltre 2 miliardi di risorse che renderanno più pesanti le buste paga dei lavoratori, ma anche il potenziamento della negoziazione di secondo livello, il consolidamento della partecipazione, dei rapporti paritetici, del welfare contrattuale ed una lotta più efficace alle disparità di genere”.

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