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Giovani e scuola. Furlan: “Con istruzione e lavoro cittadini a pieno titolo, ma l’alternanza non sia impiego sottopagato”

Pubblicato il 28 Mar, 2017

Roma, 28 marzo 2017. “Noi viviamo in un Paese in cui le cose sono ancora profondamente ingiuste. La buona notizia è che vogliamo cambiare. Il diritto alla felicità significa anche questo, avere la percezione e la possibilità di cambiare e cambiare in meglio”. Così la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, durante l’iniziativa di incontro e dialogo dal titolo ‘Giovani, scuola, società, lavoro’ promossa dalla Cisl Scuola, rispondendo ad uno dei 150 studenti della Scuola ITIS Galilei di Roma. Presenti all’iniziativa, tra gli altri, il Ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, la Segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi e Marco Bentivogli, Segretario generale della Fim Cisl, Leonardo Becchetti, Ordinario di Economia Politica dell’Università Tor Vergata di Roma e Alberto Felice De Toni, Magnifico rettore dell’Università di Udine. Continuando nel dialogo con i giovani la Furlan ha aggiunto: “Spesso un bambino al Sud oggi non ha diritto al tempo pieno, e spesso è ancora complicato spostarsi dal Sud per la mancanza di infrastrutture. Ma pensare che si può cambiare rende quello che sembra un sogno un percorso che porta a risultati positivi”. Sul tema dell’alternanza scuola-lavoro la Furlan ha affermato che: “é un ponte tra scuola e lavoro”. “Ancora oggi in questo Paese- ha denunciato la Segretaria della Cisl- varie esperienze di tirocinio e apprendistato hanno perso il carattere di esperienza formativa e si sono trasformati in abuso”. “La scuola- ha continuato Furlan- è elemento di cultura come lo é il lavoro. Scuola e lavoro insieme determinano la possibilità di essere cittadini a pieno titolo in questo Paese”. Un’esperienza, quella dell’alternanza, che non diventerà in poco tempo “come la vogliamo”, ma che, secondo Furlan, deve legarsi al diritto degli studenti ad “avere un percorso con tappe chiare e verifiche chiare”. “Il lavoro non si deve subire, è un elemento importante nella nostra vita”, mentre “é la scuola che ci fa esprimere e diventa comunità'”. È questa la sfida da cogliere, secondo la Segretaria. “Il sindacato- ha proseguito Furlan- ha bisogno dei giovani. Chiamatelo ai suoi doveri, partecipate per costruire un Paese migliore. Date gomitate per far andare avanti il Paese e perché il sindacato crei occasioni di rappresentanza dei bisogni e delle aspettative dei giovani”. Sempre sul tema dell’alternanza scuola-lavoro, la Furlan ha affermato che: “Negare difficoltà ci porta a non avere chiaro ciò che va cambiato. L’alternanza è un ponte tra scuola e lavoro, non lavoro sommerso, sottopagato e nascosto. Ancora oggi varie esperienze, compreso l’apprendistato e il tirocinio hanno perso valenza formativa per diventare strumenti di abuso del lavoro. Rivedere i tirocini perché non diventino lavori sottopagati, significa occuparsi dei giovani e creare le condizioni di alternanza scuola-lavoro efficace”. “Non ci sarà a breve l’esperienza di alternanza così come le vogliamo – prosegue – ma é diritto e dovere pretendere dei percorsi chiari, l’alternanza con le aziende simulate è una presa in giro e insulta la cultura del lavoro. L’alternanza non diventi lavoro sottopagato ha concluso su questo Furlan”. “Ringrazio gli studenti, gli insegnanti. È importante avervi qui. Spesso ci troviamo a dare lezioni, modelli di vita, ma non sviluppiamo in tutte le occasioni il maternage. Oggi non parliamo solo di alternanza, ma anche di futuro, prospettive, opportunità”. Così il segretario generale di Cisl scuola Maddalena Gissi durante l’incontro-dialogo con gli studenti della Scuola ITIS Galilei di Roma. “La scuola che rappresentiamo -ha aggiunto la Gissi- ha bisogno del cambiamento. Prima di questo evento abbiamo voluto aprire attraverso un questionario un dialogo con gli studenti. Abbiamo sentito i ragazzi per capire cosa c’è e cosa manca”. E tra le mancanze la Segretaria della Cisl Scuola sottolinea l’insufficienza delle strutture, mentre sul lavoro rileva che il 50% del campione ha risposto che sia utile come mezzo per raggiungere l’autorealizzazione personale. “Sono in tanti a volere proseguire gli studi, ma un 40% vuole interromperli perché ha paura di perdere occasioni- spiega Gissi-. Invece 283 ragazzi su mille dicono che la qualità della didattica andrebbe migliorata”. Gissi ha chiuso con una provocazione agli studenti chiedendo: “Cosa pensate di noi? Cosa pensate dovremmo fare come sindacato per la vostra comunità e aiutarvi a superare le difficoltà che vivete?”. Ad aprire quel dialogo che Cisl scuola intende oggi avviare. Di taglio prettamente economico l’intervento di Leonardo Becchetti, anche se nel segno di un’economia attenta al bene comune; una precisa analisi delle linee di cambiamento del mondo produttivo e del lavoro, con le criticità da affrontare ma anche indicando gli strumenti che consentiranno di superarle: passione, istruzione, competenze e soft-skils. Alberto Felice De Toni ha ricordato la figura di Galileo Galilei che dà nome all’istituto ospitante, ricordando che “l’innovazione è una disubbidienza andata a buon fine”. Come rendere più stretto e costruttivo il rapporto fra scuola e mondo del lavoro è stato il tema scelto da Marco Bentivogli, Segretario dei metalmeccanici della Cisl. “Sono qui soprattutto per ascoltare le osservazioni poste dagli studenti, credo che tenere conto del loro punto di vista sia fondamentale per il governo della scuola pubblica”. Così ha esordito Valera Fedeli, ministra dell’Istruzione, nel suo intervento alla giornata di incontro e dialogo con gli studenti promossa dalla Cisl Scuola. “Oggi pomeriggio – ha proseguito -farò una conferenza stampa per chiarire ancora una volta il senso dell’alternanza scuola lavoro: deve essere chiaro che l’ASL è un’innovazione che riguarda in primo luogo la didattica, deve essere un modo nuovo per imparare, per affrontare le discipline, e in questo senso vanno intesi anche gli spazi di condivisione che si aprono verso il mondo del lavoro. So che ci sono aziende che non han ben capito la mission a cui sono chiamate a rispondere, tentando addirittura di farsi pagare per accettare i ragazzi in ASL. Chi viene a conoscenza di ciò deve andarlo a denunciare alla procura della repubblica”. “Fondamentale il sostegno in termini di partecipazione ai processi di innovazione, che non possono mai essere calati dall’alto. Da qui l’importanza di momenti di confronto come questo”, ha concluso la ministra.

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