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Lavoro. Dati Istat, crescono Pil e occupazione.Cisl : “Segnale positivo, ma servono stabilità politica e riforme condivise”

Pubblicato il 1 Mar, 2018

Roma, 1 marzo- “La conferma della crescita nel 2017 del Pil è un segnale positivo frutto dell’impegno di imprese e lavoratori. Ma sono ancora troppe le persone in cerca di una occupazione stabile”. Commenta così sul suo account twitter la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan,  i dati diffusi dall’Istat su Pil ed occupazione. “Il Patto confindustria -sindacati può dare ulteriore spinta a Pil, produttività e salari. Ma serve stabilità politica e riforme economiche condivise”” sottolinea. 

“Cresce l’occupazione, ma solo quella a termine, le aziende attendono un quadro politico più chiaro” sottolinea dalla sua il Segretario confederale della Cisl, Gigi Petteni. “A gennaio l’occupazione cresce ancora,- spiga entrando nel merito dei dati –  trainata dalla componente femminile e dalle fasce di età 15-24 anni e over 50”. dichiara dalla sua dichiara in una nota il Segretario confederale della Cisl, Gigi Petteni. “A crescere è, ancora una volta, la sola componente a tempo determinato, mentre calano i permanenti e gli indipendenti. Tali dati mensili confermano le tendenze di più lungo periodo. L’occupazione è tornata oramai sopra i 23 milioni e questo è senza dubbio un ottimo risultato se si pensa che nel momento più difficile della crisi occupazionale, a settembre 2013, gli occupati erano scesi a 22.119.000. Abbiamo quindi quasi un milione di occupati in più rispetto a quattro anni fa, ma mentre nel 2015 e nel 2016 la crescita è stata trainata dal lavoro a tempo indeterminato, sotto l’effetto degli incentivi, nel 2017 ed in questo inizio di 2018 sono i contratti a termine gli unici a crescere a spese del lavoro stabile che ora inizia addirittura a calare. Forse su questo trend incide, oltre alla riduzione degli incentivi ed alla ripresa economica non ancora consolidata, l’incertezza del quadro politico, essendo da sempre le regole del lavoro al centro di uno scontro ideologico poco comprensibile. Le aziende sono in attesa di un quadro politico più chiaro”.

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