CISL
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Roma, 10 luglio 2015 -“Finalmente si sta aprendo la possibilità di avviare nei prossimi giorni un tavolo di confronto tra le associazioni imprenditoriali e le organizzazioni sindacali per ridisegnare un nuovo modello contrattuale”. Lo ha detto la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan nella sua relazione introduttiva del Consiglio Generale dell’organizzazione riunito oggi a Roma eccezionalmente al Teatro Adriano, dove sessantacinque anni fa fu fondata la Confederazione di Via Po da Giulio Pastore.

“La Cisl sta cercando di far comprendere a tutti con grande pazienza la priorità e l’importanza di un confronto sulla riforma contrattuale e sull’attuazione dell’accordo sulla rappresentanza sindacale”, ha affermato la Furlan. “Noi comprendiamo le difficoltà degli altri. Ma speriamo che il sindacato sia davvero unito in questo percorso. Un sindacato che affidasse alla legge la regolazione dei contratti finirebbe per negare la ragione stessa della sua esistenza. Sarebbe un sindacato che dimostrerebbe tutta la sua incapacità a capire ed a saper gestire i cambiamenti di cui il mondo produttivo italiano ha oggi bisogno per competere nei mercati, alzare la produttività di sistema, i salari ed i consumi. Essere inadempienti sulle materie della contrattazione, indurrebbe il Governo ed il Parlamento, che molto spesso prediligono occuparsi degli spazi del sindacato e dei corpi intermedi piuttosto che affrontare le proprie inefficienze, a mettere mano a questioni che non sono di loro stretta competenza. Offriremo la stura alla politica ad entrare a gamba tesa sulle materie contrattuali, sulla partecipazione, sui minimi salariali e sulla rappresentanza. Il Governo Renzi sappiamo che preferisce legiferare piuttosto che contrattare con le parti sociali, come è accaduto con la riforma della scuola e della Pubblica Amministrazione. Ecco perchè è importante che la Corte Costituzionale abbia ripristinato l’obbligo di aprire una trattativa per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego. Solo attraverso la contrattazione nazionale e decentrata riusciremo a creare una alleanza indispensabile tra il sindacato ed i lavoratori pubblici per portare a compimento la dignità del lavoro e la qualità dei servizi pubblici indispensabile oggi per i bisogni di competitività, di efficienza e di produttività di cui il paese ha enormemente bisogno”.

Furlan ha anche tracciato un breve bilancio dell’azione del sindacato negli ultimi mesi, sottolineando che la Cisl continuerà ad incalzare il Governo rafforzando il metodo sperimentato ed il credito acquisito nel lungo percorso del Jobs Act e dei relativi decreti applicativi. “La nostra iniziativa ha contribuito a presidiare l’impostazione universale degli ammortizzatori sociali sia in costanza di rapporto di lavoro, sia in condizioni di disoccupazione, il ritorno alla centralità del rapporto di lavoro a tempo indeterminato e l’inizio della bonifica della palude infernale dei rapporti di lavoro atipici. Non è stata esercitata la delega sul salario minimo rinviando alle Parti sociali la definizione di un avviso comune sugli assetti contrattuali. Nel decreto sulla cassa integrazione si è dato spazio ai contratti di solidarietà e si è realizzata la loro estensione ai lavoratori delle PMI attraverso la bilateralità. Il superamento del falso lavoro autonomo è stato in larga parte affidato alla contrattazione collettiva. È stata prevista la presenza delle Parti sociali nel Consiglio di vigilanza della nuova Agenzia Nazionale per le Politiche attive del lavoro.

“Il risultato politico più rilevante ha coinciso, tuttavia, con il riconoscimento da parte del Governo della piena titolarità ed autonomia delle Parti Sociali in materia di minimi salariali, modello contrattuale, rappresentanza, partecipazione dei lavoratori al governo dell’impresa”” ha rivendicato con orgoglio la leader della Cisl. “Si tratta di una vera e propria svolta politica, poiché su queste materie il Governo ha ribadito, a più riprese, la volontà di esercitare la propria esclusiva e discrezionale iniziativa. La lunga, paziente, sagace e responsabile pedagogia della CISL, l’esercizio instancabile della critica e della proposta, ha prodotto un primo importante risultato che sancisce il recupero di ruolo negoziale per il sindacato confederale nel suo insieme. Di qui dobbiamo ripartire, insieme alla trattativa sulla riforma della bruttissima legge Fornero. Sono temi vitali per il lavoro e per le sue rappresentanze perché chiamano in causa articolazioni essenziali di una politica di sviluppo, dalla produttività agli assetti contrattuali più efficaci per gestirne la crescita e ripartirne equamente i guadagni di occupazione e di reddito; dalla rappresentanza del lavoro al modello partecipativo di relazioni sindacali e di partecipazione del lavoro al governo dell’impresa”.

Sulla drammatica vicenda greca, la leader della Cisl ha sottolineato che bisogna riflettere a fondo sul senso politico di quel pronunciamento. “La gestione catastrofica della crisi, unitamente all’arroganza delle interferenze nella campagna referendaria, ha generato una miscela esplosiva tra sofferenza sociale ed orgoglio nazionale scavando un solco immenso tra il popolo greco e l’attuale politica europea, al punto da indurlo ad assumersi il rischio di un’uscita dall’Euro che aggraverebbe la catastrofe. La CISL, tuttavia, non abbandona la speranza di un accordo. Esistono ancora, a dispetto della modestia e dell’irresponsabilità di entrambe le Parti negoziali, gli spazi per raggiungerlo. Le dimissioni di Varoufakis, il paradigma negativo vivente di tutto ciò che un negoziatore non dev’essere ed il testo sottoposto a referendum, il penultimo, decisamente più restrittivo dell’ultima offerta, possono, certamente, aiutare. Ma è incontestabile che se la politica abdica al suo ruolo di governo e si dimostra incapace di risolvere la crisi greca ed europea consegna, automaticamente, la gestione ai mercati finanziari, peraltro deregolati, anarchici e predatori nonostante le grandi promesse di regolazione conseguenti alla crisi finanziaria”.

Ufficio Stampa Cisl

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