La Nascita della CISL
Alla fine della Grande Guerra (’14-’18), il sindacato in Italia è totalmente controllato dai partiti. Le adesioni ai sindacati sono in continuo aumento, ma aumenta anche la diaspora sindacale. Con la nascita del fascismo e dei cosiddetti “partiti di massa”, favoriti dallo spirito nazionalista, alcuni gruppi massimalisti confluiscono in piccoli sindacati, che in parte coincidono nei nascenti sindacati fascisti. Al contempo, i cattolici fondano la Cil (Confederazione Italiana dei Lavoratori), di cui Achille Grandi proclama l’autonomia. In questa fase prevale un sindacalismo rivoluzionario, che assume a riferimento la Rivoluzione russa del 1917. All’interno delle fabbriche prevale il controllo politico, atteggiamento tradotto con la frase “dalla fabbrica allo Stato”. Il suo fallimento apre però la strada al fascismo.
L'inizio: gli anni '50
Nei suoi primi anni di vita l’intento della Cisl è quello di costruire un’organizzazione realmente autonoma dal suo retroterra politico, anche dal punto di vista culturale. Dal 1950 al 1965 il progetto operativo della Cisl assume una precisa configurazione. In realtà, essere sindacato nell’Italia dello sviluppo industriale e dell’urbanizzazione è estremamente complesso, perché è molto lontano dai luoghi di lavoro e subisce la repressione del padronato. In questa situazione si fa strada la proposta innovativa della Cisl, che si concretizza con i Consigli generali tenutisi a Roma (1950), Bari (1951) e Ladispoli (1953). In questi anni inoltre si svolgono i primi tre Congressi confederali della Cisl, rispettivamente a Napoli (11-14 Novembre 1951), Roma (23-27 aprile 1955) e di nuovo a Roma (19-22 marzo 1959). Per un approfondimento è possibile consultare il documento “Congressi confederali Cisl”.
La Politica Contrattuale: gli anni '60
La Federazione Unitaria: gli anni '70
Dal 1969 ha inizio una nuova fase di rilancio dell’unità sindacale. Per tre volte i consigli generali di Cisl, Cgil e Uil si riuniscono per fissare le date dei congressi di scioglimento delle organizzazioni (che alcune strutture realizzano) in vista del Congresso unitario. In particolare, sulla spinta delle lotte sindacali dei primi anni ’70, a Firenze i Consigli generali di Cgil, Cisl e Uil avviano un processo di unità organica.
La Caduta della Federazione: gli anni '80
A partire dal 1980, l’economia italiana è vicina al collasso e il sindacato italiano si spacca sulla scelta della strada da perseguire. In questa situazione delicata la Cisl ha come obiettivi prioritari la lotta all’inflazione e la ripresa dello sviluppo del Paese. In questi anni si ha lo scontro tra Cgil e Cisl sulla rimodulazione della scala mobile. Le tesi di Ezio Tarantelli costituirono la base dell’accordo separato del febbraio 1984 con il Governo Craxi.
La Concertazione: gli anni '90
Particolarmente critica si presenta la situazione istituzionale agli inizi degli anni Novanta in Italia (in particolare nel 1992), alimentata sia dalle vicende politiche internazionali, come la fine dell’esperienza del comunismo reale, sia dall’intreccio di scandali politici scoperti dalla magistratura (Tangentopoli), che mina ulteriormente il sistema dei partiti. La Cisl riesce a guidare il cambiamento proponendo una politica di concertazione che attraverso i grandi accordi del 1992-1993 riesce a salvare il paese dalla bancarotta.
La Continuità dei Valori: la CISL del Nuovo Millennio
Anche nel nuovo millennio, la Cisl prosegue la via dell’autonomia sindacale e del dialogo in un panorama particolare, segnato da alcuni eventi che portano l’Italia a un clima di instabilità politica, economica e sociale. Anche in una stazione segnata dal mito dell’uomo solo al comando e della disintermediazione, la Cisl afferma la necessità di una necessaria condivisione delle scelte tra istituzioni e parti sociali, rivendicando il ruolo di sindacato libero, contrattualista, autonomo dalla politica, pluralista. Una linea sindacale che la Cisl ha portato avanti con tutti gli interlocutori istituzionali e le controparti datoriali, nel solco dell’insegnamento dei “Padri Fondatori”.
Ma anche in questa stagione si riaffermano i valori e le idee della Cisl. Per la Cisl vale sempre la convinzione che il sindacato è un grande soggetto sociale la cui azione è indispensabile per elaborare la sintesi tra gli interessi particolari e il bene comune. Vale a dire il nucleo costitutivo di quella democrazia partecipativa che segna, sin dalla nascita, l’identità della Confederazione di Pastore. Forte della convinzione che non ci sia altro modo concreto di agire per la tutela di chi ha un lavoro, di chi aspira ad averlo e di chi con il suo lavoro si è guadagnata la pensione.